Dopo circa due mesi e mezzo (6 ottobre contro la Salernitana) Brunori è tornato in campo dal primo minuto. Sarà stato un caso, ma i rosanero sono tornati a fare bottino dopo che nelle tre partite precedenti avevano raccolto solo sconfitte. È chiaro che il merito non può esser dato solo al numero 9, anche perché il gol decisivo lo ha realizzato Le Douaron, ma è pure vero che in generale la squadra ha avuto un atteggiamento diverso e un modo di giocare differente rispetto al recente passato. Spesso il capitano è stato cercato con lanci lunghi in verticale, che hanno consentito alla squadra di avere più profondità e con i suoi movimenti talvolta è anche riuscito a lasciare spazi importanti al suo compagno di reparto francese, apparso più sicuro dei propri mezzi e più nel vivo del gioco, oltre ad avere dato l’impressione di avere una buona intesa con lo stesso Brunori.
Una rondine non può fare primavera, ma c’è da dire che il vento sembrava esser indirizzato verso la linea del cambiamento già da una ventina di giorni. Nello specifico nella settimana che portava alla sfida con il Catanzaro sembrava quella buona per rivedere Brunori in campo dal via, poi però - come evidenziato da Dionisi nella conferenza post gara con i calabresi - ciò non è stato possibile per via di un piccolo problema al polpaccio col quale il capitano ha dovuto fare i conti e, quindi, si è preferito farlo entrare nella ripresa. Stessa cosa, o quantomeno simile, nella sfida col Sassuolo. Poi due giorni fa la maglia da titolare con annessa fascia. Una prestazione buona e di sacrificio per aiutare tutta la squadra. Il futuro del numero 9 rosanero non è ancora del tutto chiaro, ma dalle parole di De Sanctis in conferenza stampa la situazione sembra piuttosto definita: «Matteo continua ad essere al centro del progetto, non è un giocatore come gli altri e lo sarà finché sarà qui. Le scelte sono state tecniche. È il nostro capitano, è un giocatore che ha segnato tanto. Nessuno lo mette in discussione per motivi extra calcistici. Se merita di giocare gioca, così come gli altri. Tutti i giocatori sono sul mercato e tutti non lo sono».
Un discorso generico che vale anche per Brunori e non solo. Il mercato si avvicina, ma prima ci sarà la sfida con il Cittadella che può valere tanto. La campagna trasferimenti di gennaio è sempre imprevedibile e quella di due giorni fa di fatto potrebbe anche essere stata l’ultima partita al Barbera dell’attaccante italo-brasiliano. L’augurio è che non sia così perché come ha dimostrato nella sfida con il Bari e anche nelle due stagioni precedenti in Serie B possa essere un attaccante di grande valore e leader dell’attacco di una squadra come quella rosanero che punta ai piani alti della classifica. Rinunciarci, riprendendo le parole di De Sanctis, significherebbe aver trovato un giocatore in grado di fornire, da subito, un rendimento migliore rispetto a quello che può dare il capitano rosanero. Sarà il tempo a dirlo, intanto, Brunori prova a riprendersi il suo spazio nel reparto offensivo e chissà che non lo trovi dal primo minuto anche a Cittadella.
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