Se il gol al Sassuolo era un segnale incoraggiante, quello al Bari è la controprova che forse qualcosa è sbocciato, con la speranza che possa dare nuova linfa alla stagione. Le Douaron è il primo rosanero a segnare in due partite consecutive nel 2024/25: il giusto riconoscimento per un lavoro portato avanti tra tante difficoltà, con una crescita significativa dopo che le prime prestazioni erano state piuttosto incolori. La rete con cui ha deciso la sfida di giovedì potrebbe aver salvato la panchina di Dionisi (ma occhio a non rilassarsi troppo a Cittadella): l’auspicio è che possa essere un altro tassello verso un campionato con meno patemi, anche se per fare strada in Serie B servirà molto di più di quanto visto nei novanta minuti con i pugliesi.
Al di là della marcatura, la prestazione del numero 21 è stata ampiamente positiva: sempre presente sui calci piazzati ad anticipare i centrali di Longo, reattivo sulle seconde palle come in occasione dell’1-0, volenteroso nel pressing quando gli avversari costruivano dal basso. L’applauso tributatogli dal Barbera al momento della sostituzione è il giusto premio per l’impegno messo in campo, nonché un ottimo segnale per il ragazzo dopo i fischi ricevuti al cambio contro il Catanzaro: è presto per dire se l’investimento da 4 milioni di euro stia dando i suoi frutti, ma questo Le Douaron non è lo stesso visto nei primi mesi a Palermo, quando le apparizioni sul terreno di gioco erano per lo più svagate e inconcludenti e in tanti ritenevano eccessiva la cifra spesa per lui nell’ultimo giorno di mercato.
Dopo un periodo di ambientamento più lungo del previsto, nel quale Dionisi lo ha provato in svariate posizioni (punta nel tridente, ala destra, ala sinistra, centravanti nel 4-4-2), i primi lampi dell’ex Brest erano arrivati nel match con i giallorossi, quando una sua sponda su calcio d’angolo aveva propiziato il momentaneo pari di Nikolaou e cancellato lo zero alla voce gol o assist; con il Sassuolo il primo centro, anticipando di testa i centrali di Grosso e insaccando alle spalle di Moldovan; con il Bari ha invece approfittato di un rinvio sbilenco di Falletti in mischia per sbloccare un match complicato. In un’annata in cui i centravanti stanno facendo tremendamente fatica, con appena tre gol segnati fino alla scorsa settimana (due Henry, uno Brunori), un Le Douaron prolifico può sicuramente dare respiro e rilanciare le ambizioni di classifica del Palermo, che nel girone di ritorno sarà chiamato ad alzare i giri per non mancare quantomeno i play-off.
I 19 gol di squadra in altrettante partite sono un bottino troppo magro per coltivare ambizioni da promozione, ma se gli attaccanti confermeranno di aver trovato nuove risorse ci sono tutti i presupposti per trasformare i fischi in applausi: la produzione offensiva è di alto livello (anche contro il Bari 19 tiri tentati), ma finora è mancata la finalizzazione e i due lampi recenti di Le Douaron sembrano più un’eccezione che una regola.
L’ex Brest, titolare nelle ultime tre uscite (ma sempre sostituito), ha anche mostrato una buona intesa con Brunori. A Cittadella, a prescindere dal modulo, dovrebbero essere ancora loro i principali terminali offensivi: entrambi garantiscono più velocità rispetto a Insigne ed Henry, in più cavalcare il loro momento di forma può rivelarsi fondamentale per dare filo da torcere a un avversario che di recente ha creato parecchi problemi ai rosa.
Domani si ripartirà da loro, in attesa di eventuali operazioni per migliorare il reparto offensivo nel 2025: di sicuro con un Le Douaron così la fiducia può aumentare, a patto che il suo rendimento si confermi quello delle ultime due settimane e non quello opaco visto in precedenza.
Per ora Dionisi sembra essersi convinto delle sue doti, mentre la piazza ha dimostrato di apprezzare la crescita recente: tuttavia, il numero 21 è il primo a sapere di poter fare ancora meglio di così e le esultanze quasi contenute con Sassuolo e Bari sono indicative di tale consapevolezza. I compagni lo incoraggiano, lui continua a saltare gli avversari e lottare come un leone su ogni pallone: per tentare una risalita verso la Serie A che in caso di riuscita avrebbe dell’incredibile bisogna necessariamente ripartire da questi atteggiamenti, purché a metterli in campo non sia un solo giocatore ma tutti e undici quelli che vanno sul terreno di gioco.
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