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Palermo, Dionisi: «Io a rischio? Non lo so, per me la squadra è viva. Brunori? Non ci sono guerre»

Brunori

«Se mi sento a rischio e se la squadra mi segue? Dovete domandare alla società e ai giocatori. Per me la squadra è viva, ma se gli episodi non li porti dalla tua parte diventa difficile». Così il tecnico del Palermo Alessio Dionisi, dopo la sconfitta casalinga con il Catanzaro e la contestazione subita dai tifosi. «L'atmosfera era un pò particolare, ma lo sapevamo, ce lo aspettavamo, sappiamo che siamo al di sotto delle aspettative. L’allenatore è responsabile, può pagare le conseguenze, ma io posso dire che possiamo fare di più. Oggi una squadra ha fatto di più dell’altra ma ha perso. Nel secondo tempo abbiamo giocato solo nella metà campo del Catanzaro. Se penso a dimettermi? Mai, sarebbe andar via dalle proprie responsabilità, ci metto la faccia. Credo di essere il responsabile, alleno, ma più di quello non posso fare. Se le cose non vanno si danno responsabilità all’allenatore. Non giro le spalle alle difficoltà».

Sull'utilizzo di Brunori a corrente alternata il tecnico risponde: «Oggi ha giocato 30 minuti perché ha avuto un risentimento al polpaccio. Non ci sono guerre, si vuol far credere che ci siano giocatori nuovi contro i vecchi. Io non sono venuto per fare epurazioni. Bisogna mettere cuore e carattere, il resto non lo decido io. Continueremo ad andare in ritiro perché le cose non stanno andando bene, se può servire non lo so. Non dobbiamo trovare colpevoli ma soluzioni».

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