La decisione arriva dopo giorni di riflessione, per capire che direzione prendere dopo la figuraccia di Carrara, e suona come una sorta di ultima chiamata per la squadra, lontanissima dai primi posti e incapace di dare una struttura ben definita al proprio campionato: da oggi e per i prossimi giorni, fino alla sfida con il Catanzaro, il Palermo sarà in ritiro.
Più del risultato maturato con gli apuani è il modo ad aver fatto propendere per questa opzione: i rosa si sono consegnati in toto all’avversario, sbagliando giocate elementari e non abbozzando alcuna reazione dopo il gol subito.
La scelta di andare in ritiro è maturata dopo un lungo confronto avuto alla ripresa degli allenamenti tra la società e Dionisi: se la vittoria con lo Spezia aveva restituito un barlume di serenità, il ko con la Carrarese ha cancellato ogni certezza e fatto ripiombare i giocatori nello spaesamento generale.
L’appuntamento con il secondo successo di fila è fallito per l’ennesima volta, nonostante un avversario ampiamente alla portata e un settore ospiti pieno già dal secondo giorno di vendita dei biglietti: la reazione del pubblico rosanero è un altro tema sul tavolo, visto che nel postpartita con gli apuani c’è stata una prima manifestazione del malcontento generale; contro il Catanzaro l’auspicio è raggiungere almeno i 20 mila spettatori, ma tutto dipenderà dal modo in cui il popolo palermitano avrà smaltito la rabbia di Carrara e accolto la decisione del ritiro.
Quest’ultima è finalizzata prima di tutto a ricompattare la squadra: Dionisi subito dopo la sconfitta aveva manifestato tutta la propria preoccupazione sul linguaggio del corpo dei giocatori allo Stadio dei Marmi, sottolineando come in novanta minuti avesse funzionato poco o nulla. Stare insieme può dunque essere lo strumento più adeguato per ritrovare lucidità e competitività, ma è anche un segnale con cui il City Football Group ha voluto ribadire la sua presenza (pur non verbale) e l’importanza di dare una svolta ai risultati sportivi.
L’estate era partita con prospettive abbastanza diverse, con un piazzamento stabile tra le primissime incentivato da una serie di investimenti di livello: a pochi mesi di distanza i neoacquisti hanno reso in minima parte, mentre la classifica dice -16 dal Sassuolo capolista (e lo scontro diretto è tra nove giorni), -13 dal Pisa secondo e soprattutto un surreale +4 dalla zona play-out.
Non è stata una decisione a cuor leggero, ma si è resa inevitabile dopo aver visto quanto avvenuto allo Stadio dei Marmi. La squadra ha avuto due giorni liberi dopo la partita, in considerazione del fatto che con quattro gare in due settimane non ci sarebbero stati altre date per il riposo, e altri due giorni di ripresa degli allenamenti per rimettersi all’opera in vista della sfida con il Catanzaro: con il ritiro si è dunque voluto dare un segnale forte, non punitivo ma certamente indicativo della necessità di spingere al massimo per evitare un ulteriore passo falso.
Quello che parte oggi non è il primo ritiro del Palermo nel 2024: anche a maggio si era scelto di intraprendere questa via, con il rischio concreto di non qualificarsi ai play-off a due giornate dalla fine del campionato. In quell’occasione la scelta maturò dopo il ko dei rosa con lo Spezia (quinta gara senza vittoria della gestione Mignani), al termine di una prestazione che sotto vari aspetti ricorda tanto quella di Carrara: al termine di quella partita ci fu un duro confronto tra tifosi e giocatori, con i primi a chiedere ai secondi di togliersi le maglie, e altrettanto dura fu l’accoglienza nel successivo match con l’Ascoli, con la lunga contestazione della curva Nord e al contempo la decisione di entrare un quarto d’ora dopo l’inizio e uscire a un quarto d’ora dalla fine; adesso bisogna aspettare domenica per vedere come risponderà il Barbera, ma è chiaro che il tempo della pazienza sembra agli sgoccioli anche da parte del pubblico.
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