Aristide Tamajo, mite assessore alla Scuola del Comune, ma agguerrito tifoso della sua Parmonval per la quale è disposto anche a entrare nello spogliatoio di un arbitro e dirgliene quattro prendendosi, da dirigente, una squalifica sportiva sino a gennaio, ora deve vedersela in politica con l’opposizione che gli tira le pietre addosso.
I consiglieri di centrosinistra in formazione compatta gli fanno la lezione sulla tolleranza e sul perché e il percome un assessore che si occupa di un tema delicato come la scuola debba dare l’esempio per le nuove generazioni e non comportarsi come un tifosaccio qualsiasi. Ahi, ahi ahi! «Il valore essenziale dello sport è il rispetto della persona e delle regole - scrivono in una nota - e non è accettabile che venga calpestato dalle azioni e poi anche dalle parole di chi ha un ruolo istituzionale e con esso una responsabilità».
E già qui, immaginiamo, l’assessore il cui cognome è sinonimo di consenso, mastica amaro. «Che a un assessore comunale e per di più con delega alla Scuola, dove si educa e si cresce, sia protagonista di “grave contegno irriguardoso e offensivo” (la motivazione della squalifica e della conseguente multa di 200 euro, ndr) nei confronti di un arbitro ritenuto “colpevole” di una sconfitta sportiva, è non accettabile».
La lezione è servita. «Il valore dello sport non può essere messo in discussione e va difeso, e oltre alla squalifica infertagli dal giudice sportivo come minoranze censuriamo il comportamento dell’assessore Tamajo, da cui ci saremmo aspettati quantomeno delle scuse. Abbiamo letto invece le sue dichiarazioni, che non contengono scuse, ma fanno riferimento - prosegue il comunicato dell’opposizione - ai tanti denari spesi nel mondo del calcio, come se questo determinasse una garanzia di vittoria, anche eventualmente con compiacenza arbitrale, oppure il permesso acquistato di offendere.
Sottolineiamo la preoccupazione sulla totale mancanza di comprensione sia del valore del ruolo istituzionale sia del valore della educazione, che va al di là di proclami calpestabili alla prima occasione».
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