La Salernitana è pronta a ricorrere contro la decisione del giudice sportivo di serie B che ha sanzionato con una multa da 10mila euro il club campano per gli episodi avvenuti domenica pomeriggio allo stadio Barbera di Palermo. La giustizia sportiva ha citato, in particolare, due petardi lanciati dai tifosi salernitani tra il secondo ed il terzo minuto del primo tempo nel settore occupato dai sostenitori siciliani.
Una decisione accolta «con stupore dalla Salernitana» in quanto - si legge in una nota del club campano - «tale provvedimento non fotografa completamente i reali accadimenti di domenica, prima e durante la partita disputata allo stadio Barbera contro il Palermo. Nell’occasione, infatti, non sono mancati pericolosi lanci di petardi esplosi nel settore occupato dai sostenitori granata che hanno provocato notevole spavento tra i presenti, compresi bambini e famiglie». Il Palermo, tuttavia, non è stato sanzionato.
«La dirigenza dell’U.S. Salernitana 1919, nel ringraziare la società Palermo F.C. per l’accoglienza cortese, stigmatizza con forza ogni comportamento violento da parte di chi si reca negli stadi e ribadisce che poche decine di sconsiderati - da una parte o dall’altra - non possono e non devono macchiare il buon nome, il calore e il fascino di piazze storiche e passionali come quelle rosanero e granata». Allo stesso tempo la Salernitana ha annunciato «che valuterà le modalità di ricorso nelle sedi opportune per tutelare la propria tifoseria e l’immagine della società stessa».
Nelle scorse ore erano stati proprio i tifosi della Salernitana ad alzare la voce, evidenziando come i fatti di Palermo avessero spaventato le tante famiglie presenti nel settore ospiti del Barbera. Il Centro Coordinamento Salernitana Clubs, nella persona del presidente Riccardo Santoro e a nome di tutto il Direttivo, aveva stigmatizzato «in maniera forte l’episodio di inciviltà», esortando anche la Salernitana “ad intervenire in modo forte e puntuale a tutela dell’incolumità dei tifosi, presenti sempre in massa in ogni stadio d’Italia».
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