Novanta minuti ad alto livello difficilmente possono cancellare in toto i dubbi delle ultime settimane, ma di certo costituiscono un segnale importante sia per Dionisi sia per la piazza rosanero. Il messaggio di Saric e Insigne, mattatori della vittoria in amichevole con l’Oxford United, è chiaro: vogliamo giocarci le nostre carte in rosanero e siamo pronti a dare un contributo attivo nella rincorsa alla promozione. Il loro ritiro non era iniziato sotto i migliori auspici: l’ex Antalyaspor era apparso volenteroso ma poco concreto, il numero 11 in difficoltà negli uno contro uno e non troppo propenso alla fase difensiva. Niente di tutto questo si è visto al Kassam Stadium: Saric ha impiegato appena 3’ dall’ingresso in campo per sbloccare il risultato, Insigne dopo aver servito al compagno l’assist dell’1-0 si è messo in proprio realizzando il raddoppio. La prestazione di sabato allontana per entrambi ogni prospettiva di mercato: il bosniaco era finito nel mirino del Pisa, l’ex Frosinone rischiava di finire nell’elenco dei sacrificabili in caso di innesti di livello nel comparto esterni. Alla fine tutti e due, salvo ribaltoni, dovrebbero rimanere a Palermo: adesso saranno chiamati alla svolta anche nelle competizioni ufficiali, a cominciare dalla sfida di Parma in Coppa Italia. Una maglia da titolare per entrambi è una possibilità tutt’altro che remota: Saric se la giocherà con Gomes partendo leggermente sfavorito, Insigne se la vedrà con Di Mariano da favorito. Mettere in difficoltà Dionisi nelle scelte fin dall’esordio sarà la missione con cui affronteranno la stagione, puntando a un ruolo da protagonisti in un contesto ambizioso e lasciandosi definitivamente alle spalle i problemi delle prime esperienze in rosanero: il bosniaco era stato l’acquisto più oneroso della prima estate a guida City Football Group (nelle casse dell’Ascoli una cifra vicina ai 2 milioni di euro), ma in campionato non aveva rispettato le attese chiudendo con zero gol e un solo assist; leggermente migliori i numeri di Insigne nel 2023/24 (due reti e quattro passaggi vincenti), ma troppo poco per mettersi al pari con le aspettative provenienti dalla splendida annata a Frosinone nel campionato precedente (otto gol e due assist, quasi tutti decisivi per centrare la Serie A). La scelta di fronte a tali delusioni è stata rimettersi in gioco con pazienza e determinazione: Saric lo ha fatto altrove, con il prestito all’Antalyaspor che gli ha permesso di trovare continuità e un ruolo da leader; il numero 11 lo sta facendo in queste settimane dentro e fuori dal campo, lavorando su quei meccanismi che finora non lo hanno pienamente accompagnato al Palermo. Contro l’Oxford si è rivisto l’Insigne che quasi da solo aveva demolito il Pisa a dicembre: dribbling, gol, assist e soprattutto sacrificio. Inoltre l’intesa con Diakité sta migliorando di giorno in giorno: avere dal proprio lato terzini dalla forte propensione offensiva come il maliano e Pierozzi potrebbe essere un eccellente trampolino per un’annata da protagonista. Ancora una volta toccherà a Dionisi trovare una quadra, cosa che gli è già riuscita in diversi frangenti durante il ritiro: il 4-3-3 è apparentemente il modulo più adatto alle caratteristiche sia di Saric, mezzala versatile e forte sul piano fisico, sia di Insigne, che se messo nelle condizioni di incidere può essere uno dei migliori esterni mancini a destra di tutta la Serie B. Compito del tecnico, che ha grande fiducia in lui come attestano le cinque partenze da titolare in altrettante amichevoli (tre i gol all’attivo, due contro la rappresentativa di Sondrio e uno all’Oxford), sarà sviluppare un gioco simile a quello che aveva con Berardi a Sassuolo: del resto con tre promozioni in A nel curriculum (Parma 2018, Benevento 2020 e Frosinone 2023) il numero 11 non può non ambire a essere protagonista, pur consapevole di doversi mettere al servizio di un collettivo di livello, in cui tutti ambiscono a un posto da titolare e a veder scolpito il loro nome nella storia del Palermo.