Il Palermo riparte da Ranocchia. Ma in quale ruolo? In un’annata in cui le ombre hanno superato le luci, una stella ha illuminato Palermo gettando ottime basi per il futuro: è quella di Ranocchia, acquistato dalla Juventus dopo un tira e molla lungo due settimane e diventato subito centrale negli schemi di gioco. Un finale in calo, con problemi fisici a condizionarne il rendimento, non addensano nubi intorno alla sua permanenza: il numero 14 sarà uno dei perni rosanero nei prossimi anni. Come visto con Brunori la scorsa estate e con Segre a gennaio, il City Group è del tutto disinteressato a fare plusvalenze: il valore di mercato di Ranocchia è cresciuto notevolmente rispetto ai 4 milioni di euro spesi in inverno, ma lui stesso è il primo a sapere quanto il Palermo voglia puntare sulla sua tecnica e intelligenza tattica. L’accordo tra club e giocatore scade nel 2028: c’è tutto il tempo del mondo (e chissà che più avanti non si parli di rinnovo) per costruire qualcosa di grande insieme, purché la 2024/25 sia l’ultima annata nel purgatorio della Serie B. Proprio l’ex Empoli sarà chiamato a trascinare i rosa come ha fatto nello scorso febbraio, con quattro gol consecutivi (contro Bari, Feralpisalò, Como e Cremonese) a far brillare gli occhi dei tifosi. Quelle sono state le uniche reti in stagione, ma pesa l’infortunio occorso nel pantano di Lecco: rientrato dopo quattro partite, con Mignani che nel frattempo aveva sostituito Corini in panchina, Ranocchia non è stato più in grado di incidere in fase realizzativa, anche per via della decisione del nuovo tecnico di arretrarne il baricentro da trequartista a mezzala. L’allenatore che il City Group sceglierà per il 2024/25 avrà tanti nodi da sciogliere e uno di questi riguarderà proprio la posizione del numero 14: ancora davanti alla difesa, dando più equilibrio in mezzo con palleggio e sacrificio, oppure alle spalle dell’attacco, assistendo i compagni in zona gol e mettendosi lui stesso in condizione di segnare. Anche a livello personale Ranocchia spera di vivere la stagione della consacrazione, dando continuità alle ottime cose fatte vedere in questa prima parte di 2024: tra agosto 2021 e dicembre 2023 aveva segnato appena due reti con le maglie di Vicenza, Monza ed Empoli (57 gare complessive), a Palermo ne ha realizzate quattro in 15 partite (play-off compresi) e chissà, senza l’infortunio al Rigamonti-Ceppi forse qualcun’altra sarebbe arrivata. La facilità con cui si è adattato agli schemi dei rosa, trovando spesso la giocata giusta nel momento giusto (ne sanno qualcosa Bari e Feralpisalò, colpite dal numero 14 nel loro momento di massimo forcing), è indicativo di come anche nel prossimo campionato tanti palloni siano destinati a transitare dai suoi piedi, con la speranza che li trasformi in gol o assist. Un aspetto su cui invece dovrà migliorare riguarda la troppa veemenza nei contrasti o nelle proteste: quattro infatti è il numero non solo delle reti ma anche delle ammonizioni, che ne hanno in parte condizionato l’apporto in campo; un aspetto che, in una stagione da 38 o più partite, non va trascurato.