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Allenatore del Palermo per pochi giorni nel 2019: Marino al Barbera si gioca la panchina del Bari

Il tecnico originario di Marsala ha conquistato fin qui 17 punti in 13 giornate alla guida dei galletti. In Sicilia la gara sarà decisiva per il suo futuro

Uno strano scherzo del destino. Il calcio, a volte, può essere beffardo. Dal Barbera al Barbera, quello stadio che non si è mai potuto godere da allenatore. Pasquale Marino, ora al Bari, si gioca il suo futuro venerdì 2 febbraio alle 20.30, quando i rosanero affronteranno proprio i biancorossi nel match valido per la 23esima giornata di campionato.

Un passo indietro è però doveroso. Estate 2019, il 7 giugno per la precisione. Marino vince il ballottaggio con Vincenzo Vivarini e diventa il nuovo tecnico del Palermo prendendo il posto di Delio Rossi (che era tornato in vista di quei playoff che mai si disputarono). Accompagnato dal direttore sportivo Fabrizio Lucchesi, il marsalese firma un contratto di due anni fino al 2021. Un ritorno in Sicilia 13 anni dopo l’ultima volta, quando nel 2006 riuscì riportare il Catania in serie A, a 23 anni di distanza.

Insomma un contorno perfetto, quasi romantico, per dare il meglio di se. E invece quel contesto fiabesco si trasformò subito in una flop, sportivamente parlando. La mancata iscrizione dei siciliani al successivo campionato di Serie B (stagione 2019-2020) condannò i rosanero alla ripartenza dalla serie D. «Mi è dispiaciuto molto non allenare il Palermo, ringrazio comunque i tifosi che mi hanno accolto benissimo, ai rosanero non avrei mai detto di no. Futuro? Chissà, un giorno, mai dire mai», disse nel 2019 quando la sorte del Palermo era ormai scritta.

Era la società di Arkus Network guidata da Salvatore Tuttolomondo. Una storia ormai dimenticata, tempi (per fortuna) lontani. Marino a Palermo non è mai più tornato e a chi gli chiedeva di restare in serie D lui rispose in questo modo: «Serve gente che quella categoria la conosce, io vinsi col Paternò ma 15 anni fa, erano altri tempi». Tradotto: «Non me la sento». Le strade così si separarono, ma senza rimpianti.

A distanza di quasi 5 anni, Pasquale Marino tornerà al Renzo Barbera, questa volta per giocarsi la panchina del Bari. In caso di sconfitta, infatti, la dirigenza del club (il ds Polito, in primis) potrebbe decidere di cambiare allenatore. Non riceverà applausi dai tifosi rosanero e non troverà l’affetto di quella gente che doveva essere la “sua”. Ma non potrà essere, per lui, una gara normale. Non lo sarà, a prescindere, per la posta in palio. Marino aveva sostituito Michele Mignani dopo il pareggio del Bari contro la Reggiana (1-1), pareggiando all’esordio al San Nicola contro il Modena (1-1) alla decima giornata.

In 13 partite alla guida dei galletti, ha collezionato 17 punti, con la media di 1,30 punti a gara. Di poco superiore, a quella del suo predecessore, fermo a 1,10. Dopo il ko con la Reggiana in casa, per 0-2, i tifosi hanno contestato la squadra fischiandola al fischio finale, mentre una delegazione degli ultras ha aspettato i giocatori ai cancelli dello stadio. Il Bari è al decimo posto in classifica, a quota 27 punti e a meno 4 punti dal Modena in ottava posizione, l’ultima disponibile per la partecipazione ai playoff. Il Renzo Barbera di nuovo nel destino di Marino. Per la fine, o per un nuovo inizio.

Nella foto Pasquale Marino, il giorno della sua presentazione al Barbera

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