L’ultimo «gancio» a cui aggrapparsi per sperare in un Palermo diverso è Filippo Ranocchia, il nuovo centrocampista acquistato dal club rosa per trasmettere fantasia e geometrie a un reparto con buoni muscoli ma con modesta tecnica. Oggi Ranocchia, scuola Juve che in questa stagione ha messo insieme nove presenze in A con l’Empoli, non dovrebbe iniziare la partita contro il Modena ma è assai probabile che entri in corso. Il Palermo lo ha cercato, inseguito e preso, evidentemente lo ritiene un puntello di fondamentale importanza. Basterà un solo giocatore per cambiare il volto di una squadra che continua a procedere a singhiozzo e a praticare un calcio mediocremente sempre uguale a sé stesso? Difficile, ma ricordiamo un precedente in cui un acquisto di gennaio cambiò le dinamiche interne al Palermo, sistemando molte cose nello sviluppo della manovra. Fu quello di Massimo Donati nella stagione 2011-2012, quella iniziata con Pioli e poi proseguita con Mangia e Mutti. Donati con la sua intelligenza riuscì a mettere a fuoco un centrocampo disunito e a valorizzare anche la manovra offensiva.
Oggi ci sarà in panchina Ranocchia ma in campo non ci sarà Lucioni, che s’è fatto di nuovo male (lesione muscolare) e rischia un lungo stop. Il rientro di Lucioni era atteso per ricomporre un assetto difensivo che nelle prime giornate di campionato era stato il punto di forza della squadra (tre gol subiti nelle prime otto partite) ma che col tempo, con gli infortuni prima di Ceccaroni e poi di Lucioni, ne è stato il tasto dolente. L’ultima gara in cui Pigliacelli non ha subito gol risale all’8 novembre (con Brescia) e dal 26 novembre il Palermo subisce almeno due gol a partita. Al posto di Lucioni giocherà ancora Nedelcearu, in coppia con Ceccaroni che ha da farsi perdonare la modesta prestazione di Cittadella. Dubbi sia a destra che a sinistra, dove Mateju e Aurelio insidiano il posto a Graves e Lund.
Per il resto sarà il solito Palermo. E detta così non è una buona notizia per come stanno andando le cose. Il settimo posto (alle spalle anche di Catanzaro e Cittadella) non può fare felici ma la seconda piazza è ancora a sei lunghezze, dunque ogni rimonta è possibile. Ma quello che preoccupa continua a essere la qualità del gioco che questa squadra esprime, a prescindere dai risultati. Corini si accontenta del poco negando l’evidenza, i fans più vicini alla squadra continuano a inghiottire stoicamente bocconi amari e dopo prestazioni come quella di Cittadella perfino noi che ne abbiamo viste tante in questi anni fatichiamo a trovare spiegazioni a tanta mediocrità. Oggi, come detto all’inizio, ci aggrappiamo a Ranocchia, uno dei pochi giovani di prospettiva di questo gruppo ma ci auguriamo che prima della fine del mercato ogni reparto venga puntellato.
Intanto arriva il Modena, già battuto all’andata in una delle gare vinte dal Palermo in superiorità numerica. Ma era un altro Palermo, solido in difesa, fiducioso nei propri mezzi e sorretto dall’entusiasmo per la partenza lanciata. Erano giorni in cui tutto andava bene ed Henderson si inventò goleador con una bella rasoiata da sinistra. Neppure il Modena sta bene, è un club ricco e ambizioso, non vince dal 2 dicembre, si trova ai margini della zona-play off e sta cercando di migliorare il suo organico. Il primo arrivo è l’ex pisano Gliozzi che dovrebbe giocare dall’inizio. Fa coraggio il fatto che la tradizione è favorevole al Palermo (ma lo era anche a Cittadella) e che la squadra di Bianco gioca un calcio propositivo e sbarazzino, l’ideale per colpire in contropiede. Se Corini deve ancora decidere qualcosa in difesa sembra che le altre caselle siano tutte occupate. Rispetto a Cittadella ci aspettiamo un solo cambio: Gomes al posto dello squalificato Stulac. Ma il francese avrebbe giocato egualmente dopo le difficoltà dello sloveno contro il trequartista del Cittadella Cassano. Il Modena nello stesso ruolo proporrà Tremolada, molto bravo a giocare tra le linee.
Sarà l’ultima partita interna col mercato aperto. Dunque qualcuno potrebbe indossare oggi per l’ultima volta la maglia rosa al Barbera. Non è un mistero che Soleri e Valente potrebbero essere ceduti. Ecco, se Corini dovesse esserne certo, sarebbe bello se concedesse a entrambi la possibilità di giocare uno spezzone di partita per ricevere l’applauso (che ci auguriamo caloroso) del Barbera. In fondo se il tecnico bresciano si trova oggi sulla panchina del Palermo, se il Palermo ha superato di slancio l’inferno della Serie C, è anche merito di questi due «gladiatori» dal cuore grande.
Nedelcearu nella foto di Tullio Puglia
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia