Nel Palermo sono tutti titolari. Un concetto più volte espresso da Eugenio Corini in conferenza stampa e praticato poi in campo. Chi entra, è spesso decisivo. Come Leonardo Mancuso, che ha giocato soltanto una partita dall’inizio (contro il Südtirol) ma è decisivo quanto, e forse più, di chi viene schierato nell’11 titolare. Già tre gol in questa stagione, uno più importante dell’altro. Il primo contro l’Ascoli al minuto 93. La sua zampata, quando tutto sembrava ormai scritto, regalò la vittoria ai rosanero sul più bello. La prima rete in maglia rosanero è stata indimenticabile e ha interrotto anche il tabù delle mancate vittorie del Palermo dopo la sosta. A Del Duca, infatti, si giocava dopo la pausa delle nazionali.
Aveva racimolato soltanto 21 minuti a Bari, alla prima giornata di campionato, ed era rimasto in panchina perché non al meglio contro Reggiana e Feralpisalò. Alla prima occasione (vera) utile l’ex Como ha però timbrato. E da quel momento in poi, soltanto contro il Cosenza (partita persa 0-1 dai siciliani) non ha segnato gol o fornito assist. A Venezia (1-3), infatti, ha fornito un passaggio al bacio per Brunori che poi segnò la sua personale tripletta e al Barbera, contro gli altoatesini, ha messo in mezzo il pallone per il sinistro vincente di Ceccaroni.
A Modena, ha fatto ancora meglio segnando il gol dello 0-2 definitivo in ripartenza su assist di Brunori e contro lo Spezia, ha riaperto una partita che dopo lo 0-2 di Esposito sembrava ormai persa. Mancuso è stato decisivo in ben 5 gare delle sette giocate complessivamente (e solo una di queste da inizio gara) e in 5 delle ultime 6 con tre gol e 2 assist in totale. Tutto questo in appena 219 minuti giocati. Una media di una rete ogni 73 minuti.
Numeri incredibili per un attaccante arrivato a Palermo con il grande obiettivo di rilanciarsi dopo i soli 6 gol realizzati nella sua precedente avventura a Como, in ben 32 presenze. In sole 7 partite l’attaccante milanese ha già segnato la metà delle reti realizzate lo scorso anno. Mancuso è on fire e non vuole fermarsi. Il bello deve ancora venire.
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