«Noi come club abbiamo un codice etico molto chiaro, i giocatori sanno quello che possono o non possono fare. I miei giocatori li ho visti sereni, consapevoli dell’obiettivo che abbiamo. C’è dispiacere per fatti che ciclicamente escono e sporcano il nostro mondo». Lo ha detto l’allenatore del Palermo Eugenio Corini commentando il caso delle scommesse vietate che sta investendo il mondo del calcio.
«Mi sembra molto chiaro - ha proseguito Corini - che si tratta di problemi personali, tanta gente è colpita da questo tipo di problema. In questo caso a prescindere che siano calciatori sono esseri umani, sono giocatori molto giovani. Se prendi uno schiaffo così forte da giovane puoi crescere e capire che questi sono errori che non vanno fatti. La ludopatia è una malattia dei nostri giorni, si deve fare capire che quello commesso è un errore e bisogna dare un percorso di recupero».
Corini ha parlato del suo rapporto con i giocatori da allenatore che si confronta con padri di famiglia e giovani alle prime armi. «Spesso quando si parla dei giocatori si dice che sono privilegiati - ha detto Corini - è vero, sono privilegiati, ma il privilegio si conquista con impengo, mentalità, disciplina: solo così un calciatore dura nel tempo. La botta di fortuna succede, ma la qualità e l’impegno certifica la carriera e il tuo modo di essere».
«Quando parlo con i giocatori - ha aggiunto Corini - dico sempre che si è uomini prima che giocatori. Mai perdere l’ambizione che si aveva da bambini, ma questo non basta. Bisogna mettere tanto per avere continuità. Se si dà per scontata la propria forza ci si appoggia ad altro che non ha valore. Se ami quello che fai ti prepari bene e puoi vivere quello che vivi fuori dal campo alla tua età, se sei single, fidanzato, hai moglie o figli, nel migliore dei modi. Nel mio spogliatoio ho varie fasce d’età, quando vedo qualcuno che è distratto mi piace parlare con lui. Sono ragazzi, uomini, per me è importante come allenatore capire le situazioni e stare vicino ai miei calciatori».
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