Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Delio Rossi e i ricordi in rosanero: «A Palermo mi sentivo amato. La Serie A? È presto per dirlo»

Nessuna voglia di smettere per l’allenatore: “Il bello deve ancora venire per me, l’epilogo si fa quando uno chiude ma non è il mio caso. Nella vita so fare solo una cosa”

Delio Rossi

“Seguo sempre il Palermo con affetto, se sarà Serie A non lo so. Forse è presto per dirlo, meglio aspettare la ottava o la decima giornata”. Sessantatré anni e una storia che “parla per lui”, come lui stesso ha detto in esclusiva a gds.it. Ultima esperienza a Foggia, solo l’ultimo capitolo di un viaggio (non ancora terminato) e che lo ha visto protagonista con tante maglie. La Sicilia, però, non si può dimenticare: “Era la prima volta per me – ricorda emozionato Delio Rossi – non conoscevo i siciliani e meno ancora i palermitani. Fu una grande sorpresa per me, mi trattarono benissimo e mi sono sentito davvero amato”.

Lazio, Fiorentina, e tante altre squadre. La professionalità prima di tutto, forse anche dei sentimenti: “Non ti so dire se quella a Palermo è stata l’esperienza più emozionante, di sicuro porto ricordi bellissimi. Faccio questo mestiere sia che alleno la Lazio o la Fiorentina – ha ammesso l’allenatore -, faccio fatica a dare una risposta fermo restando che è una delle squadre a cui sono particolarmente legato. E poi - ha continuato – ho allenato giocatori incredibili –“. Era la stagione 2010-2011, era la squadra di Pastore, Miccoli e Bovo (tornato nello staff rosanero). Fu l’anno del quinto posto e della Champions League soltanto sfiorata: “Quella squadra lo meritava. L'anomalia fu che ce l'avevamo quasi fatta e la Sampdoria doveva vincere una gara inattesa contro la Roma, che poi perse lo scudetto. Sono rimasto dispiaciuto soprattutto per i giocatori che lo meritavano".

Luci e buio, come quel 7-0 al Barbera contro l’Udinese che gli costò, anche se solo per 5 settimane, la panchina: “Sono di quelle partite che le prepari in un modo e poi vanno in tutt'altro. Prendemmo gol subito e poi rimanemmo in 10. Personalmente io rischio sempre, potevamo anche chiuderci e perdere 4-0, ma non è il mio modo di intendere il calcio, mi accollo anche brutte figure. Zamparini era una persona calda, gli diede fastidio perdere 7-0 – ammise - ma soprattutto perdere con l'Udinese. Mi chiamò e decise di esonerarmi. Dopo 5 giornate poi mi richiamò. Chi mi sostituì ne perse 5, meglio perderne una 7-0 che 5 di fila. Finimmo poi bene il campionato – il suo ricordo -". Dopo 8 anni, il ritorno in rosanero.

Delio Rossi è stato l’allenatore più vincente della storia del Palermo (65 punti in A, come nessuno mai) e anche l’ultima guida tecnica prima del fallimento: “Ci sono certe squadre che se ti chiamano non puoi rifiutare. L'ho fatto anche quest'anno al Foggia, dove eravamo sesti e c'era bisogno del mio aiuto. A certi club dove ti hanno trattato bene non puoi dire di no. Non lo avrei fatto con tutte le squadre. Se Palermo mi chiama rispondo sempre presente. Mi chiamò Foschi in una situazione molto difficile, c'era da preparare al meglio i playoff, che poi non giocammo”. Uomo di sport, di campo, che dovette subire uno scenario tragico (sportivamente parlando): “Mi dispiacque molto, anche perché se c'erano delle irregolarità che io non sapevo era meglio non farci partire direttamente, una volta che abbiamo iniziato fateci finire. Sono successe tante cose extra-campo che io non ho mai capito. Sempre meglio parlare del campo".

A sessantatré anni nessuna voglia di smettere e nessun voto alla sua carriera. Il motivo? “Non mi piace dare voti, penso che la mia storia è lì, alla portata di tutti, Sono valutato per quello che ho fatto non per quello che ho detto. A differenza di molti miei colleghi sono uno che non ha mai avuto paura di mettersi in discussione, accettando situazioni anche molto complicate. Non sta a me però dare dei giudizi, se qualcuno ha bisogno di me cercherò di mettermi a disposizione. Quando uno smette si può fare un bilancio ma io non ho ancora smesso. Anzi, credo che il bello debba ancora venire”. Il futuro mastica ancora calcio per Delio Rossi, che ha concluso con una battuta: “Mi vedo in un’altra panchina, anche perché so fare soltanto questo. Magari so farlo male, ma è l'unica cosa che so fare".

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia