Una carriera lunga vent’anni, giocando in sette squadre diverse, e poi l’esperienza della nazionale, dalle giovanili a quella maggiore, con un paio di convocazioni quando indossava la maglia rosanero. Cesare Bovo, romano purosangue ma palermitano di adozione (la sua compagna, con cui ha avuto due figlie, è infatti di Palermo), è un doppio ex della sfida di cartello tra Parma e Palermo, in programma al Tardini il primo aprile alle ore 14.
Il difensore romano ha militato nel Parma prima che il presidente Zamparini ne prelevasse la metà del cartellino. E proprio partendo dai ducali, Cesare Bovo parla con la redazione di gds.it: "Sicuramente il Parma è una delle squadre migliori del campionato, fatta da giocatori importanti e una rosa forte; una di quelle che può lottare per andare su. È una squadra che mi aspettavo sicuramente arrivasse fra le prime otto mentre ad inizio campionato probabilmente nessuno avrebbe scommesso qualcosa sul Palermo ai playoff’’.
Il Parma è in piena corsa playoff e per Bovo non è affatto la delusione del torneo. Il Palermo invece è una gradevole sorpresa: ’’Il campionato di serie B – ha continuato l’ex Torino - è un campionato complicato, lungo. Non mi sento di parlare di delusioni o sorprese. Oggi il Parma è in piena lotta, quindi parlare di delusione assolutamente no. È un gruppo forte e ci sono tanti punti ancora a disposizione. Il Palermo per me è una sorpresa: all'inizio del campionato magari sembrava una squadra diversa, invece sta dimostrando di poter stare da quella parte della classifica’’.
Corini, la maglia rosanero e la città: fra i ricordi più belli ed emozionanti della sua carriera, ricordi ancora vivi. E l'immutata riconoscenza per il presidente Zamparini, nonostante qualche piccolo dissapore: ‘’Palermo è stata una delle mie esperienze migliori, se non la migliore. In quella fase – ha detto Bovo - ho avuto la fortuna di far parte di un ciclo vincente dove ci sono stati giocatori fenomenali. Eravamo una squadra importante e sicuramente è stato un periodo felicissimo, un periodo importante, speciale, in cui abbiamo fatto grandi cose ed i ricordi sono ancora vivi. Il ricordo della città è un ricordo positivo, ho vissuto anni importanti, bellissimi, dove in campo si andava benissimo e di conseguenza anche fuori si stava alla grande. È una città dove si vive bene, dove si sta bene e dove tuttora faccio base".
Zamparini? "Se sono arrivato a Palermo è solo grazie a lui, gliene sono grato e riconoscente. Una persona fondamentalmente molto buona e innamorata del Palermo e io posso parlare soltanto bene di lui anche se magari possiamo avere avuto delle piccole discussioni in passato ma tutto per il bene della squadra e per ottenere il massimo’’.
Un Palermo che ha cambiato gestione, da quella padronale dei suoi tempi con Zamparini a quella di una società forte, un gruppo solido e fra i più prestigiosi del calcio mondiale:
"I presupposti del City Group sono quelli di un futuro radioso. Il Palermo con questa nuova proprietà penso abbia aspirazioni importanti e credo che presto tornerà nel calcio che gli compete, per la piazza, per l'ambiente, per come si vive il calcio a Palermo. Una piazza speciale veramente, che solo chi l'ha vissuta può capire’’.
Da giocatore ad allenatore il passo è stato brevissimo: appese le scarpe al chiodo diventa collaboratore del suo amico e compagno di squadra Liverani che lo porta con sè a Lecce dove lo aveva allenato a fine carriera: "Ho avuto la fortuna di smettere di giocare a calcio e di entrare subito a far parte dello staff di mister Liverani e di questo gliene sono grato e riconoscente. Da allenatore è tutto un altro modo di vivere il calcio; è bello fare il calciatore ma allenare ti toglie molte più energie mentali. Si lavora no stop: è meglio fare il calciatore. Io sono ancora all'inizio quindi ho tanto da imparare, tanto da crescere, ma sicuramente è un qualcosa che mi attira molto anche se fare il calciatore era veramente molto bello".
L’esperienza di Cagliari però finisce a dicembre con l’esonero di Liverani e del suo staff. Ma fa parte del gioco, delle regole del calcio. Bovo ha una sua lettura: "In questa esperienza di Cagliari diciamo che in termini pratici sono mancati 4-5 punti che anche per sfortuna non abbiamo ottenuto. Sicuramente qualche errore possiamo averlo commesso ma fondamentalmente credo che siamo stati anche sfortunati. Perché potevamo benissimo avere 4-5 punti in più in classifica ed era la classifica che meritavamo; purtroppo nel calcio succede, bisogna prenderne atto e cercare di migliorare quello che non è andato e di ripartire sempre con più entusiasmo. Un campionato che in cui vanno giocate ancora 8 partite, i verdetti non sembrano ancora scritti sebbene per l’ex difensore rosanero due posti sembrano quasi assegnati: "Dire esattamente le tre favorite per la promozione non è facile. Il Frosinone e il Genoa sono a buon punto anche se il Bari sta facendo bene. Lo stesso Parma – ha concluso Bovo - è una squadra molto forte e poi quando si arriva ai playoff è sempre difficile trovare una squadra favorita. Magari si arriva a fine campionato e c'è la squadra più forte che magari è in condizione meno buona".
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