Diciotto tiri di cui cinque in porta. Un palo e diverse occasioni da gol soprattutto nel primo tempo. Una prestazione che è arrivata, ma che non ha consentito agli uomini di Corini di portare i tre punti a casa. Uno 0-0 che, alla fine, muove di poco la classifica e che lascia delusi i tifosi. Ma se lo striscione ad inizio partita recitava "continuità e determinazione, questa è la nostra missione", allora alla squadra si può rimproverare poco o nulla. Come contro il Benevento, non sono mancati infatti coraggio e aggressività.
Oltre a quel senso di squadra che non esisteva ad inizio campionato. Quella sensazione di compattezza che poi in Serie B consente (spesso) di portare a casa la vittoria. Si può dire quindi che il Palermo fallisca puntualmente la prova che può dare un senso diverso al campionato, ma non che manchi una continuità di prestazione dalla gara col Pisa in poi. Da quel 3-3, la mano di Corini è più evidente anche se i risultati restano altalenanti. Si percepisce però che quel percorso tanto citato, sta andando avanti. Sempre rispetto a quello che è l'unico obiettivo stagionale (la salvezza) e a quello che è il punto di partenza. Senza dimenticare, cioè, che l'allenatore bresciano è partito da zero e forse anche meno. Con un organico che era ancora quello Baldiniano, nella forma e nei contenuti.
Lo 0-0 ottenuto contro il Como non può lasciare soddisfatti i tifosi, è vero, ma non volendosi fermare solo al risultato, ci sono dei dati che confermano il miglioramento progressivo del gioco e della proiezione offensiva. Come ha spiegato Corini in conferenza stampa «adesso la squadra calcia in porta, abbiamo fatto il miglior primo tempo della stagione». Non solo occasioni potenziali, quindi: i siciliani hanno avuto ben 3 occasioni nitide nei primi 15 minuti, tra cui un palo colpito da Vido di testa su cross di Marco Sala. Una fase offensiva che ha ancora luogo (solamente) sulle fasce e che vede l'inserimento dei centrocampisti essere sempre più un marchio di fabbrica. A testimoniarlo sono i tre tiri verso lo specchio di porta da parte di Segre. Il centrocampista nato a Torino, ha poi confermato che il lavoro settimanale sta portando a dei risultati: «Il fatto che ho avuto queste occasioni conferma come la mano del mister si vede e che stiamo lavorando bene. Oggi è mancato solo il gol» - ha detto il centrocampista. Il Palermo crea e porta sempre almeno 5 giocatori sopra la linea della palla, di cui due centrocampisti (uno dei quali è sempre Segre, vicino alle punte).
Sta mancando, però, soprattutto in casa, la concretezza: nelle ultime 4 partite al Barbera i rosanero hanno segnato solo una rete, quella di Marconi contro il Parma. Poi due 0-0 contro Cittadella e Como e una sconfitta contro il Venezia (0-1). Insomma se da una parte ci sono dei miglioramenti, restano ben salde le tantissime defezioni. Come la sola rete siglata nelle ultime 4 gare casalinghe (come detto) e la dipendenza dal numero 9 Matteo Brunori. Se non segna lui, i rosanero infatti non riescono quasi mai ad ottenere punti. Altro limite evidente: l'assenza di gioco in verticale. La squadra di Corini non riesca mai a penetrare centralmente e allarga sempre il gioco sugli esterni, non avendo così un piano B dal punto di vista offensivo. Restano quindi tante le defezioni, anche se è innegabile che il Palermo visto contro il Como ha offerto paradossalmente una delle sue versioni migliori. La trasferta di Ferrara sarà un banco di prova decisivo. Contro un avversario ferito e che non conosce più il gusto della vittoria.
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