Il fallimento del Palermo non è stato causato da Zamparini: la giustizia sportiva ha così rigettato la richiesta di deferimento per l'ex presidente dei rosanero e per gli amministratori susseguitisi nella stagione 2018/19.
Il Tribunale federale nazionale è tornato sui propri passi, con una sentenza diametralmente opposta a quella emessa dalla stessa corte quattordici mesi fa quando invece, come ricorda Benedetto Giardina in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, era stato ritenuto che l’affare Alyssa fosse stato alla base dei motivi che hanno portato alla condanna di retrocessione in Serie C (poi trasformata in appello in una penalizzazione di 20 punti in Serie B).
Le cause del fallimento dell’Us Città di Palermo, secondo i giudici del Tfn, sono da addebitare "all’amministratore in carica nel periodo successivo all’11 agosto 201", che però non rientra nell’elenco dei deferiti: è Flavio Persichini, che il 12 agosto è stato nominato amministratore unico del club e che secondo quanto accertato dai commissari giudiziali, ha affidato la stesura della proposta di concordato a Struttura Srl, società appartenente al gruppo Arkus Network e dunque controllata da Tuttolomondo, ultimo proprietario del vecchio Palermo. Operazione che i giudici del Tfn definiscono apertamente una "frode".
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