«Devo precisare, smentendo altre voci, che rivesto la carica di amministratore della SSD Palermo, al pari di Mirri e Sagramola; vorrei ricordare a tutti che amministrare una società espone a notevoli responsabilità giuridiche». Comincia così un comunicato di Tony Di Piazza, dirigente del club, che replica alle dichiarazioni del presidente, Dario Mirri.
«Sono stato rappresentato come una persona con le idee confuse - aggiunge -. Queste affermazioni non sono vere, perché mi sono dimesso dalla carica di vicepresidente della società e ho confermato le dimissioni nel Cda del 26 maggio; avevo manifestato la disponibilità a riconsiderare le dimissioni se si fosse ristabilito un clima di leale collaborazione, ipotesi che è stata rifiutata dai diretti interessati, con la conseguenza che non ho mai ritirato le dimissioni. Ho comunicato l'intenzione di cedere la quota di partecipazione sociale e non ho mai cambiato idea sul punto, né fatto comunicazioni in tal senso».
Di Piazza, inoltre, contesta «un supposto mio voto contrario al riconoscimento del premio ai giocatori». «Faccio presente - spiega - che non c'è stato alcun voto sul punto, perché avevo chiesto di poter discutere l’opportunità di corrispondere interamente i premi approvati prima dell’emergenza; la richiesta, da quanto appreso attraverso i media, era stata accettata dai calciatori, e gli altri due consiglieri hanno votato contro la mia proposta, dimostrando di non voler promuovere la dialettica all’interno del consiglio.
«Quanto alla compagine societaria della Italplaza, mi meraviglio che Mirri non sappia con certezza che è una società interamente riferibile a me. Altrettanto chiaro dovrebbe essere che io gli impegni li rispetto: il bonifico delle somme richieste l’ho disposto il 9 giugno, immediatamente dopo il chiarimento», precisa. «Sul mio rappresentante Gianluca Paparesta vorrei ricordare che non gli mancano le doti per dirigere una squadra - conclude -. E’ un commercialista, per oltre 10 anni ha arbitrato anche a livello internazionale, è in possesso del titolo di ds, è stato consigliere della Lega di B per due anni; è stato presidente del Bari in Serie B dal 2014 al 2016; Mirri, nel riferire che il suo incarico doveva essere limitato all’analisi della contabilità e al controllo di gestione, dimentica che aveva concordato ben'altre deleghe. Rilevo che il presidente Mirri, nell’ultima assemblea, aveva invitato soci e amministratori della SSD Palermo ad astenersi dall’esternare questioni interne ai soci, altrimenti si sarebbe danneggiata la società, cosa che lui non ha fatto».
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