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Difesa a 3 o a 4 per il Palermo? Il dilemma sullo schema che assilla De Zerbi

PALERMO. Dal 4-4-2 al 4-3-3, passando per il 4-3-1-2 al 3-5-2. Numeri, tanti numeri messi in fila che in tantissime occasioni rappresentano la miccia che fa esplodere i discorsi dell'Italia «pallonara». I moduli, croce e delizia di allenatori che spesso davanti a una telecamera provano a sminuirli, dando importanza ad altri aspetti, ma che in realtà possono fare la differenza e determinare gli equilibri di una squadra.

Da questo tema parte la nuova iniziativa del Giornale di Sicilia «Il web nel pallone», una rubrica settimanale che vuole coinvolgere i nostri tifosi. Anche perché si tratta di un argomento di stretta attualità anche per quanto riguarda il Palermo. In particolare, in casa rosanero continua ad aleggiare il dilemma su quale schema sia più efficace da mettere in campo: se quello con la difesa a tre o quello con quattro difensori.

Da un lato c'è l'allenatore del Palermo Roberto De Zerbi che ha abbandonato nelle ultime giornate la difesa a 3 per tornare a quella con 4 centrali in modo da avere un gioco con maggiori opzioni offensive in avanti per la squadra che fino ad oggi ha fatto fatica a trovare la via della porta.

Dall'altro lato, invece, c'è un modulo, quello a 3 dietro, con un difensore centrale in più, che secondo l'opinione di tanti permette di garantire maggiore copertura, fondamentale per una squadra che deve puntare alla salvezza, mettendo in campo le armi della lotta e delle ripartenze per sopperire le differenze tecniche con gli altri avversari.

In mezzo ci sono ancora altri numeri: quelli citati anche nei giorni scorsi dal Giornale di Sicilia, in cui si dice che, tranne nell'occasione della trasferta di Pescara col Crotone, il Palermo ha ottenuto punti sempre quando ha giocato con tre difensori. In più adesso c' è anche il nuovo infortunio di Rajkovic, appena rientrato, che complica i piani di De Zerbi. Ai lettori e ai frequentatori di Gds.it e dei nostri social l'ardua sentenza...

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