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Ballardini: "A questa squadra servono 6 giocatori, faremo bene"

PALERMO. Le verità di Ballardini. Dopo un lungo silenzio, il tecnico rosanero è tornato a parlare. Tra indiscrezioni che lo volevano via da Palermo e malumori legati ad un mercato ancora insoddisfacente, Ballardini oggi ha voluto chiarire il tutto con la sua prima conferenza stampa a Bad.

“Non ho parlato da quando è finito il campionato perché non avevo più nulla da dire. Ricordo bene di aver detto che il Palermo poteva far bene e ricordo bene i vostri sorrisetti, è ancor più gratificante aver compiuto un’impresa che rimarrà per sempre – dice Ballardini - dopo il campionato non c’era tanto da aggiungere, c’è un contratto. Sarò sempre grato al Palermo e a Zamparini perché mi ha dato tante opportunità. Noi crediamo di aver fatto bene il nostro lavoro, poi se Ballardini è qua è perché è stimato come persona e allenatore. Se non si è convinti, si può sempre discutere. Io leggo quotidianamente i giornali e rispondo a tutto quello che viene scritto. D’altronde bisogna scrivere qualcosa. La maggior parte è stata inventata”.

Ballardini parla anche del rapporto con Rino Foschi, tra crepe e chiarimenti: “Nel mio primo incontro avuto con Foschi gli ho detto che all’indomani mi sarei dimesso e che sarebbe stato libero di scegliere un altro allenatore. Io e Foschi poi ci siamo visti e abbiamo chiarito”.

Per Ballardini servono giocatori pronti per la serie A: “A questa squadra servono sei giocatori – sottolinea Ballardini - detto questo, per me è un aspetto positivo non avere tanti esuberi. In molti oggi hanno 32-36-38 giocatori in rosa, il Palermo oggi ha una rosa ridotta e soprattutto molto giovane. Dobbiamo ringraziare Gilardino, Maresca e Sorrentino, che insieme ai loro compagni sono stati straordinari. Certamente andrà via Vazquez, ma dobbiamo far forza a questo gruppo”.

Ballardini è fiducioso sul lavoro della società: “Non chiedo garanzie. Io, come Rino e il presidente, siamo convinti che alla squadra servano certi giocatori con certe caratteristiche. Con loro sono sicuro che faremo un buon lavoro. Poi Rino è bravissimo nel suo mestiere e c’è la convinzione di poter arrivare a questi giocatori. La parola progetto non esiste. Se non sono convinto di quel che devo fare, non lo faccio. Ricordo le vostre facce al mio ritorno, pensavate fossi un deficiente, in senso buono. Io ero convinto di poter fare un bel lavoro, pur non sapendo se saremmo riusciti a salvarci”.

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