PALERMO. E’ amareggiato Maurizio Zamparini, l’addio lampo di Schelotto ha sorpreso anche lui. Ma questo è il calcio, o meglio, questo è il regolamento del calcio. Zamparini parla al Giornale di Sicilia e commenta questa delicata e paradossale situazione che sta vivendo il Palermo calcio:
“Stiamo vivendo un campionato particolarmente disgraziato, che Dio ce la mandi buona. Di sicuro – ammette il presidente – a proposito del mancato tesseramento di Barros Schelotto ci sono certi aspetti che non abbiamo approfondito come dovevamo, ma quando ci siamo resi conto che c’erano problemi tutte le componenti del club si sono attivate per risolverli. Ad esempio i suoi procuratori ci avevano assicurato che era in possesso del passaporto comunitario, ma non era così e grazie a noi Schelotto sta ottenendo la cittadinanza italiana. Quanto al riconoscimento dello status di allenatore, probabilmente i suoi sponsor pensavano che in Italia funzionasse come in Spagna, dove le regole Uefa sono recepite diversamente e anche tre anni in panchina in Sud America sono sufficienti in un modo o nell’altro per allenare”.
Zamparini ha cercato di trattenere Schelotto: “Speravo di convincere Guillermo a restare fino a giugno e poi a capire come metterlo meglio a proprio agio. Lui, invece, mi ha ribadito che non se la sentiva di continuare a lavorare da figura ibrida, relegato in panchina da dirigente accompagnatore. Mi dispiace, è un peccato. Forse si è spaventato anche per la prospettiva della prossima stagione, in cui avrebbe dovuto frequentare i corsi di Coverciano due volte alla settimana. O forse lo vedremo presto alla guida di un club argentino. Noi abbiamo fatto il possibile per trattenerlo, credevamo nel suo calcio e nel progetto che aveva in mente. Ora dobbiamo pensare a lavorare e ad andare comunque avanti, per superare nel migliore dei modi queste ingerenze”.
Zamparini parla del nuovo duo di allenatori: “Non si tratta di una promozione – ribadisce il presidente – vedremo come va questa soluzione, prima di guardare altrove ho pensato a elementi di valore che lavorano già per noi. È un po’ quello che è successo con Mangia al posto di Pioli. Abbiamo indicato Bosi come primo allenatore, ma lui e Tedesco avranno pari dignità e collaboreranno per il bene del Palermo. Se Tedesco ha avuto dubbi ad accettare? Penso che non ne abbia mai avuti, come io non ho nessuna perplessità su di lui. È il momento di restare uniti”.
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