Che i rapporti tra Zamparini e Iachini siano tesi è nell'ordine naturale delle cose. Delle cose palermitane ovviamente. Perché da quando lo stellone friulano splende su viale del Fante ogni volta che non arrivano risultati il primo ad essere messo sotto accusa è il tecnico. Rileviamo quest' anno un'anomalia che non aiuta il rapporto.
Iachini ha fatto la prima mossa, accusando neppure troppo velatamente il club di non avere allestito una squadra secondo i suoi desideri. Insomma, ha già messo le mani avanti, spiazzando un po' il presi dente. I sette punti iniziali hanno spostato di qualche settimana il problema, che ora dopo due sconfitte si ripropone: senza attaccanti questa squadra non può giocare a calcio. O meglio non può giocare un calcio che abbia una logica. Bisognava davvero impegnarsi per concepire un organico con un solo attaccante con esperienza di A, peraltro fermo da mesi.
Questa elementare valutazione (con Djurdjevic non sarebbe cambiato nulla) è alla portata di qualsiasi tifoso. Basta vedere gli organici delle altre squadre per capire che sono stati allestiti con criteri diversi. Perfino Carpi e Frosinone hanno quattro attaccanti nel roster. Più o meno bravi ma li hanno. Il Palermo ha invece Gila, che fatica a trovare la condizione, Vazquez che gioca perennemente a centrocampo, poi gente come Cassini, Trajkovski, lo stesso Quai son, che possono dare una mano con diverse caratteristiche. Certo nessuno di loro può definirsi una punta.
DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 25 SETTEMBRE
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