Alla fine dei giochi manca ancora un’eternità, ma rispetto a dodici mesi fa l’aria che si respira è molto diversa: se il Palermo può guardare con ottimismo alla stagione non è solo per quanto visto nelle prime uscite, ma anche per una strategia di mercato che ha puntato soprattutto su esperienza e continuità. Diversamente dal passato, Osti ha rivolto le sue attenzioni a giocatori che conoscono meglio la Serie A e che l’hanno vissuta in prima persona negli ultimi tempi. Dopo un’annata chiusa con l’eliminazione al primo turno play-off, una rivoluzione poteva essere preventivabile, ma il ds ha puntato sulla qualità degli innesti piuttosto che sulla quantità: tra rientri dai prestiti e acquisti sono «appena» dieci i volti nuovi tra i rosa, quasi tutti con trascorsi recenti importanti nei due maggiori campionati italiani. Sommando le partite in massima serie dei giocatori attualmente in organico si arriva a 844: a trascinare tale dato sono in particolare tre innesti, ovvero Augello (197 presenze), Gyasi (178) e Bani (163), punti fermi negli ultimi anni rispettivamente a Cagliari, Empoli e Genoa. Un anno fa la somma delle gare in A di tutti i giocatori arrivava a 720, escludendo dal conteggio il terzo portiere Sirigu. Un cambio di passo si è registrato anche nel numero di giocatori senza alcuna esperienza in massima serie: dai 14 dell’estate 2025 si è scesi ai 10 attuali. Su quest’aspetto Osti è stato categorico: si punta su gente affermata o su chi, come Palumbo, pur avendo pochi trascorsi tra i grandi (appena una partita con la Sampdoria in A) la Serie B la conosce bene. Un cambio di passo è stato chiesto anche a chi è a Palermo da più tempo. Per Brunori, Gomes e Segre questa sarà la quarta stagione tra i cadetti, per Ceccaroni, Ranocchia e Diakité la terza: sono loro lo zoccolo duro del gruppo squadra e dovranno mettere le proprie competenze, così come la loro conoscenza dell’ambiente rosanero, al servizio dei compagni. Un servizio completo di Alessandro Arena sull'edizione del Giornale di Sicilia in edicola oggi