PALERMO. «Se vinciamo mille euro, non ci ammazziamo». Ma con i «gratta e vinci» che Anna Cipresso avrebbe acquistato mercoledì scorso «per - dice lei - risollevare il morale a mia figlia Elisabetta che voleva uccidersi», le due donne avevano vinto appena 30 euro. Sarebbe bastata questa scintilla, unita ad uno sfratto e a gravi difficoltà economiche, per decidere di farla finita. Almeno così ha raccontato la madre, indagata perché avrebbe ammazzato la figlia somministrandole una dose letale di anestetici il 16 luglio scorso, in una stanza dell’hotel «Villa Archirafi» di Palermo. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI.
Donna morta in un albergo a Palermo, il racconto della madre: "Se vinciamo mille euro non ci ammazziamo"
La donna ricostruisce al gip le ultime ore in via Archirafi. E nega il delitto: "Elisabetta voleva suicidarsi, voleva confortarla ma poi per amore l'ho seguita"
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