PALERMO. Il gip di Palermo Ettorina Contino non ha convalidato il fermo di Anna Cipresso, la sessantenne accusata di avere ammazzato la figlia di 40 anni, Elisabetta, che sarebbe stata consenziente, con una dose massiccia di anestetici. Il giudice, oltre a ritenere che non ci fossero i presupposti del fermo, non ha neppure disposto la misura cautelare in carcere nei confronti della donna. Anna Cipresso resta indagata per il reato di omicidio del consenziente.
La drammatica storia è accaduta il 16 luglio, quando la Cipresso, infermiera, ha dato l'allarme chiamando il 118 e denunciando la morte della figlia, anche lei infermiera. Le due donne, sfrattate e praticamente indigenti a causa degli usurai a cui erano ricorse nel tempo, erano in un albergo in via Archirafi. Secondo l'accusa avrebbero deciso di uccidersi e la madre avrebbe iniettato una dose letale di anestetici alla figlia. Diversa la tesi del difensore della donna, l'avvocato Antonio Cacioppo: le due, depresse, piene di problemi e con vari tentativi di suicidio alle spalle, avrebbero deciso ancora una volta di farla finita. Elisabetta, stimata nel suo lavoro e molto abile, si sarebbe iniettata da sola l'anestetico, mentre la madre sarebbe ricorsa all'ansiolitico col progetto di iniettarsi, anche lei, l'altro farmaco. Ma si sarebbe addormentata prima di poterlo fare. Svegliatasi avrebbe trovato la figlia morta. Anna Cipresso, scarcerata, è costretta a rivolgersi alla Caritas non avendo più una casa. Le due donne un anno fa hanno denunciato i loro usurai.
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