PALERMO. Il vizio del gioco, un tentativo di suicidio non riuscito lo scorso anno, la depressione, lo sfratto dalla loro casa. E' un quadro drammatico quello che emerge dalle indagini sulla morte di Elisabetta Cipresso, 40 anni, trovata senza vita in una stanza di albergo a Palermo, in via Lincoln. Per la sua morte è stata fermata la madre, Anna Cipresso, 60 anni: avrebbe iniettato alla figlia una dose fatale di anestetico.
Le due donne hanno sempre vissuto insieme e avrebbero solo alcuni parenti in provincia di Trapani, che saranno ora sentiti dagli inquirenti. Avrebbero già provato a togliersi la vita l’anno scorso, con il gas, nella loro abitazione di via Ughetti a Palermo. Il tentativo di suicidio non era andato a buon fine perché i vicini avevano dato l’allarme in tempo. Nella stanza d’albergo, oltre ai flaconi di farmaci, sono stati ritrovati tanti tagliandi di «gratta e vinci». Anna Cipresso sarebbe stata vittima da tempo del vizio del gioco. E, nel loro non facile percorso, le due donne sarebbero finite anche nella morsa dell’usura. Avrebbero presentato diverse denunce e pare che, sommerse dai debiti - per questo erano state peraltro sfrattate dalla casa di via Ughetti - non riuscissero a cavarsela nonostante lo stipendio fisso della madre. Un’infermiera stimata al Civico ed inservizio nell’ospedale da tanti anni. Elisabetta Cipresso avrebbe sofferto di depressione, specie negli ultimi periodi
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