PALERMO. Il presunto capo dello Zen e di Pallavicino, Sandro Diele, ed il suo preunto braccio destro, Onofrio Terracchio, erano convinti, il 23 agosto del 2012, di avere a che fare con una talpa piena di microfoni e registratori nascosti sotto i vestiti. Insomma temevano che un agente sotto copertura li spiasse e li portasse in carcere. Come si legge sul Giornale di Sicilia in edicola, i due discutevano più volte di questo e cercavano soluzioni per individuarlo. È quanto emerge dalle intercettazioni compiute durante le indagini di «Apocalisse», l’operazione antimafia che, il 23 giugno scorso, ha portato a 91 arresti. Le tecniche da adottare, secondo il presunto boss sono la piscina o il centro commerciale, cioè fare un bagno costringendolo a tirare fuori eventuali registratori e microfoni, o mentre si gira tra gli scaffali dei negozi mettergli addosso un oggetto, far attivare i dispositivi antitaccheggio e dunque farlo perquisire.
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Operazione Apocalisse. Il timore per la presenza di un infiltrato nella famiglia dello Zen e i suggerimenti del capo per incastrarlo: portalo in piscina. Per scoprire il nuovo Donnie Brasco basta che si spogli per un bagno «a timpulata» o far scattare gli allarmi in un negozio perché sia perquisito
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