PALERMO. La droga arrivava dalla Calabria. Cocaina che veniva spacciata a fiumi allo Zen. Il traffico di droga era in mano a Guido Spina. L'uomo nella sua villa bunker ripeteva di essere stato investito direttamente dai capimafia di un tempo. È quanto emerge dall'inchiesta antimafia denominata in codice 'Fiume', in corso a Palermo.
Il mafioso nelle intercettazioni chiamava i boss i «cristiani buoni». Spina sapeva come fare contenti i residenti dello Zen, nel quartiere periferico di Palermo nel corso di una festa a sue
spese ha invitato il suo cantante preferito, il neomelodico Gianni Vezzosi. Il cantante, molto noto nei quartieri popolari palermitani, quella sera ha cantato ai boss: «O killer», la storia di un sicario di mafia, e «Lettera a papà», la giornata di un detenuto.
SPINA SFUGGIVA A CARCERE PERCHÈ TRAPIANTATO FEGATO. «Guido Spina è un trapiantato di fegato. Per questo motivo riusciva quasi sempre a sfuggire al carcere. Adesso auspichiamo che un perizia medica univoca riesca a fare stare in cella Spina, perchè vederlo in giro per lo Zen fa male a chi ha fatto delicate indagini; anche perchè Spina, quando era a casa, stava benissimo». L'ha detto Vittorio Teresi, procuratore aggiunto di Palermo, che ha preso parte alla conferenza stampa sugli arresti di stamane.
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