PALERMO. Il gip Lorenzo Matassa ha convalidato il fermo di Salvatore Maniscalco, l'uomo accusato di avere ucciso e bruciato la moglie Concetta Conigliaro a San Giuseppe Jato. La donna era scomparsa da San Giuseppe Jato il 9 aprile scorso. È stato il marito, con il quale la relazione era ormai naufragata, a indicare negli scorsi giorni dove si trovavano i resti che apparterrebbero alla donna. Resti di un corpo bruciato, all'interno di un un grosso fusto metallico in contrada Giambascio, lungo la strada che da San Cipirello conduce a Partinico. Si attendono gli ultimi esami di laboratorio, ma le prime conferme dicono che si tratta di ossa umane. Il giudice si è riservato sulla misura cautelare, la decisione arriverà nel pomeriggio.
Questa mattina Maniscalco ha dato l'ennesima versione differente dei fatti, la quarta da quando è stato fermato. L'indagato ha detto di aver avuto a casa sua un litigio con la moglie che poi cadendo ha sbattuto la testa. L'uomo, dopo aver appurato che la donna non respirava più, l'avrebbe portata in campagna e bruciata. Anche questa versione, come quelle precedenti, non convince gli inquirenti. I carabinieri sono risaliti al marito grazie alla scheda sim della moglie. Scheda telefonica che ha smesso di funzionare il 9 aprile per poi tornare attiva il 13 aprile nel telefonino dei marito. Da qui si è partiti. I carabinieri hanno convocato il marito in caserma e da lì è iniziato il lungo interrogatorio alla fine del quale il marito ha condotto i carabinieri nel casolare nella strada provinciale tra San Cipirello e Partinico dove sono stati trovati i resti umani.
La madre della vittima, il 13 maggio scorso, aveva ricevuto alcuni effetti personali della figlia trovati dalla polizia Palermo e consegnati ai carabinieri della Stazione di San Cipirello. Per questo motivo il 14 maggio aveva denunciato la scomparsa di Concetta Conigliaro, precisando di non averne avuto più notizie dalla metà di marzo scorso, dopo l'ennesimo litigio insorto a causa della difficile convivenza seguita alla decisione di Concetta di lasciare il marito, da cui aveva intenzione di separarsi, e trasferirsi a casa di un'amica per qualche giorno.
I carabinieri di Monreale hanno avviato le indagini concentrando le ricerche sulle frequentazioni della Conigliaro in paese e nei centri limitrofi. I militari hanno sentito il marito, che il 23 aprile aveva presentato una denuncia contro la moglie per violazione degli obblighi di assistenza familiare per aver abbandonato lui e le figlie minori. Sentiti anche gli amici, le amiche, l'avvocato e la psicologa di riferimento di Concetta. Successivamente sono stati analizzati i tabulati sulle due sim della scomparsa. Il traffico telefonico su una di esse ha insospettito gli investigatori che hanno concentrato le indagini sulla difficile situazione familiare di Concetta. Infatti, sebbene il traffico si fosse del tutto interrotto il 9 aprile, il 13 aprile risultava un'associazione tra la sim della ragazza e il telefono del marito, circostanza che lasciava supporre che la scheda fosse stata inserita in quel telefono.
È stato sentito di nuovo il marito di Concetta che, dopo ore di interrogatorio, ha indicato dove si trovassero parte dei resti della moglie. I militari si sono recati lungo, la strada provinciale San Cipirello-Partinico, dove, sotto un viadotto, è stato trovato un fusto metallico per carburanti contenente alcuni resti ossei e organici carbonizzati.
Nella notte tra sabato 7 e domenica 8 giugno, prima di fronte ai militari, poi innanzi al magistrato intervenuto per interrogarlo, Maniscalco ha cominciato a alternare silenzi, versioni discordanti e confuse dei fatti. Successivamente ha deciso di collaborare, in presenza di un altro avvocato nominato d'ufficio, riconoscendo alcune responsabilità che, sebbene parziali, sono risultate sufficienti alla convalida del fermo.
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