PALERMO. A oltre dieci anni dal crollo dell'impalcatura durante la ristrutturazione di un palazzo in viale Trinacria, a Palermo, il 27 dicembre 2003, che causò la morte di un operaio e il ferimento di un altro lavoratore, la corte d'appello ha condannato quattro persone con l'accusa di omicidio colposo e disastro colposo.
La corte ha ridotto la condanna a due anni di reclusione (due anni e due mesi in primo grado) a Tommaso Romano, amministratore dell'impresa «Eurom Tecnologie», e Francesco Portera, coordinatore della sicurezza, e a due anni e quattro mesi a Marcello Aloisio e Antonio Falcone, titolari di imprese individuali che avevano ricevuto in subappalto parte dei lavori (in primo grado avevano avuto due anni e sei mesi).
Nel crollo morì l'operaio Filippo Piano, sepolto sotto una montagna di tubi metallici e lamiere, mentre il cognato Domenico Abbate rimase ferito.
È stato disposto un risarcimento di 80 mila euro per la famiglia della vittima.
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