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Donna defunta da sei giorni a Carini, i figli non si rassegnano: "E' morte apparente"

CARINI. Sei giorni fa è morta in ambulanza  durante il trasporto dall'ospedale a casa, dopo che i medici  l'avevano dimessa perché per lei, Grazia Bruno, 68 anni, malata  di tumore al pancreas, non c'era più nulla da fare. Non la  pensano così i figli della donna, che da sei giorni la vegliano  nella loro abitazione di Villagrazia di Carini, nel Palermitano.  Il cadavere è dentro una bara aperta e riceve l'attenzione che  si riserva ai vivi: una coperta ben rimboccata, i termosifoni  della stanza a una temperatura confortevole. Ma soprattutto, la  vigilanza è costante, in attesa che il corpo della donna dia un  segnale di vita. La determinazione dei figli a non mollare, si  basa su alcuni dati inconsueti: colore roseo, mancanza di rigor  mortis e temperatura corporea che non è scesa.     I medici, uno dei quali chiamato dai carabinieri, sono  intervenuti e hanno certificato la morte: l'elettrocardiogramma  è piatto. Ma i figli insistono: "Non vogliamo seppellire nostra  madre viva, aspettiamo il medico legale della procura che venga  a dirci che è veramente morta, ma al momento non lo sembra. Non  c'è nessuna traccia di decomposizione. Non siamo pazzi, abbiamo  solo l'evidenza di quanto sta succedendo da alcuni giorni", dice  Francesco Passalacqua, figlio di Grazia Bruno.     Nella casa di via Fondo Cicala 55, oltre ai quattro figli  sono radunati anche i fratelli della donna, tutti convinti che  si tratti di morte apparente, proprio come ne "I racconti del  terrore" di Edgar Allan Poe, dove lo scrittore metteva nero su  bianco quello che fu uno dei suoi peggiori incubi: essere  sepolto vivo.     I figli sostengono di aver parlato del caso con alcuni  medici: "Ci hanno detto che è possibile che non sia morta",  spiega Francesco. Ma il professor Paolo Procaccianti, del  Policlinico di Palermo, non lascia spazio ad alcun dubbio: "Mi  dicono che due medici legali e un cardiologo hanno stabilito la  morte della donna. Non c'è altro da aggiungere. Oggi non è  possibile commettere errori. Si parla di morte cerebrale quando  il cuore smette di battere per 20 minuti. Lo dice la legge, che  ovviamente si basa su evidenze scientifiche. I non addetti ai  lavori possono manipolare i dati come vogliono".     Intanto,il sindaco Giuseppe Agrusa, è disposto ad aspettare  non oltre domattina: "Se la salma non sarà condotta al cimitero  - ha detto perentorio -, farò un'ordinanza per seppellire il  cadavere".

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