PALERMO. L’unica cosa certa è che domani Palermo non si sveglierà più pulita. «Ma abbiamo fatto un passo avanti importantissimo perchè nel 2014 siano solo un lontano ricordo gli sprechi, le ruberie, il falso in bilancio e si vada verso una moderna azienda di igiene ambientale». Il sindaco Leoluca Orlando, soddisfatto per l’accordo raggiunto da Rap e sindacati che scongiura il fallimento, non nasconde la lunga strada che bisogna ancora percorrere per liberare la città dai rifiuti e per garantire un servizio efficiente. La partita si giocherà nelle prossime tre settimane, perché per l’attuazione del piano industriale, la dotazione di nuovi mezzi, la riorganizzazione dei 2.400 dipendenti, è necessario che la Rap divenga proprietaria delle due fallite Amia e Amiaessemme. «Entro il 21 gennaio - spiegano il presidente di Rap Sergio Marino e il vicesindaco Cesare Lapiana - la curatela fallimentare dovrà procedere alla cessione delle aziende. Il 3 gennaio ci sarà un incontro tra Rap e curatela fallimentare, poi tra curatori e sindacati, infine bisognerà andare dal notaio per l’acquisto. I soldi da parte dell’amministrazione comunale ci sono». Una serie di passaggi che lasciano col fiato sospeso la città. Nessuno vuole svegliarsi il 2 gennaio con le montagne di rifiuti sotto i balconi, come avvenuto a Santo Stefano. «Questa volta ho fatto un ordine di servizio nominale, che garantirà il 50 per cento dell’attività nel giorno festivo. Chi non si presenterà avrà una contestazione formale» afferma Marino, che annuncia un piano di controlli e di rigore, in vista di una «riorganizzazione dell’azienda, dopo l’acquisto, in cui ruoteranno pure le ruote dei cassonetti».
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