Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il Comune di Bagheria al dissesto, sindaco e giunta si aumentano la paga

Relazione durissima della Corte dei conti: «inevitabile» il crac finanziario. Per l’ente si profila il commissariamento

PALERMO. A metà ottobre la Corte dei Conti ha avviato il procedimento con cui il Comune di Bagheria sarà obbligato a dichiarare il dissesto, che imporrà anche aumenti fiscali a carico dei cittadini. Negli stessi giorni il sindaco, la giunta e i consiglieri comunali si sono aumentati lo stipendio del 30%.
La delibera con cui la Corte dei Conti, presieduta da Maurizio Graffeo, ha chiesto al governo regionale di nominare un commissario che dichiari il dissesto fotografa un Comune che corre verso il baratro. Secondo i magistrati contabili è provata «la scarsa capacità di riscossione delle entrate (appena la metà di quanto atteso), la grave crisi di liquidità, debiti fuori bilancio per 27 milioni e mezzo. E altri debiti per 20 milioni nei confronti dell’Ato Coinres. Infine, oltre 35 milioni di residui attivi cioè di entrate difficilmente incassabili seppure iscritte in bilancio. L’amministrazione fa fronte alle esigenze con anticipazioni di tesoreria che costituiscono nuovo indebitamento. La Corte dei Conti richiama una considerazione del collegio dei revisori: «Ci sono pure passività sottostimate che creano ampi margini d’incognita sui futuri sviluppi della situazione debitoria dell’ente». Una crisi gravissima, al punto che non è stato neppure approvato il rendiconto del 2012.
Per i magistrati «ci sono i presupposti di legge per deliberare senza indugio il dissesto finanziario». Rinviare la presa d’atto di un fallimento renderebbe, per la Corte dei Conti, le successive manovre di risanamento «molto più problematiche per via dell’indebito procrastinarsi della situazione debitoria».
La Corte dei Conti ha quindi attivato una procedura che prevede la nomina di un commissario da parte della Regione che entro 30 giorni dichiari il dissesto e avvii un piano di risanamento che normalmente prevede in automatico l’aumento al massimo delle imposte locali e pesanti tagli alle spesa. La delibera della Corte dei Conti è stata notificata qualche giorno fa al Comune. Eppure i magistrati contabili non credevano ai loro occhi quando hanno appreso che nel frattempo a Bagheria si sono aumentati lo stipendio: il primo cittadino Vincenzo Lo Meo passerà da 3.070 euro lordi al mese a 4.386; il suo vice Massimo Mineo da 2.032 a 3.289, e gli assessori da 1.995 a 2.851. I consiglieri avranno 56 euro a seduta invece di 39.
Lo Meo difende la decisione e si dice certo di potere anche evitare la dichiarazione di dissesto: «L’anno scorso non abbiamo rispettato il patto di stabilità e fra le altre sanzioni a carico degli amministratori c’era anche il taglio del 30% dello stipendio. Poi la Corte Costituzionale ha stabilito che ai Comuni delle Regioni a statuto speciale non si applicano le norme sulla violazione del patto di stabilità, facendo venir meno anche le sanzioni. Per questo siamo tornati ai vecchi stipendi. Io tuttavia incasso realmente solo 920 euro perchè ho anche un altro lavoro e pago di tasca mia le spese per le trasferte». Lo Meo annuncia battaglia sulla decisione della Corte dei Conti: «I magistrati fanno un’analisi ma non entrano nel merito della cura. Stiamo provando ad attivare un piano di rientro decennale. La situazione dei nostri conti è migliorata da quando i giudici l’hanno esaminata».

Caricamento commenti

Commenta la notizia