PALERMO. Pochi giorni fa è stata resa nota la chiusura dello Zetalab a causa dell'impossibilità di coniugare le attività del centro sociale con l'accoglienza dei rifugiati politici. La comunità di rifugiati sudanesi, che dal 2003 vive e dorme all'interno dell'edificio occupato in via Arrigo Boito 7, a Palermo, assieme ad altri extracomunitari di diverse nazionalità, ha invece deciso di rendere i locali di nuovo fruibili ai giovani e rilanciare il centro, prendendone in mano la gestione.
Il gruppo di extracomunitari ha così deciso di creare, anche col sostegno di alcuni volontari palermitani, il centro culturale Baobab con "l'intenzione di coinvolgere le varie comunità di immigrati presenti a Palermo e i cittadini stessi in una serie di attività ed iniziative culturali volte ad una reale integrazione, improntata sul rispetto reciproco fra le diverse culture", spiega Musa Ibrahim, rappresentante della comunità sudanese. Tra le attività previste cene sociali etniche, serate dedicate alla musica e ad esibizioni di gruppi, e persino una palestra popolare autogestita e gratuita di MMA (Arti Marziali miste) che è già entrata in funzione.
Dalla prossima settimana inizierà anche un cineforum e il primo film in programma è Nuovomondo: la storia di una famiglia siciliana che ai primi del Novecento lascia la propria terra e si imbarca su un transatlantico per tentare la fortuna negli Stati Uniti. Un evidente parallelismo con i viaggi affrontati oggi dai migranti che continuano ad approdare sulle coste siciliane, esperienza affrontata da molti degli uomini oggi ospiti del Centro Baobab.
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