PALERMO. "I politici a Riina prima gli hanno fatto fare le cose, poi l'hanno mollato. Prima ci hanno fatto ammazzare Dalla Chiesa i signori Craxi e Andreotti che si sentivano il fiato addosso. Poi nel momento in cui l'opinione pubblica e' scesa in piazza i politici si sono andati a nascondere. Per questo Riina ha ragione ad accusare lo Stato". Lo ha detto il pentito Francesco Onorato deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia.
"Riina per questo comportamento era arrabbiato - ha aggiunto - e avrebbe ucciso tutti i politici".
Il pentito ha parlato di una vera e propria lista con personaggi delle istituzioni che, dopo il maxiprocesso, Riina avrebbe voluto eliminare. "C'erano Vizzini e Mannino, di cui prima in Cosa nostra si parlava bene, i cugini Salvo, Salvo Lima - ha proseguito - Per Vizzini avevamo cominciato i pedinamenti". "Riina - ha concluso - ha ragione a dire che lo Stato manovrava
Cosa nostra. Lui sta pagando il conto, lo Stato no. Tra Cosa nostra e i politici c'e' stata sempre connivenza".
"Martelli l'abbiamo fatto diventare ministro. Abbiamo investito anche 200 milioni per finanziarlo e portarlo a diventare ministro della Giustizia perche' si diceva che avrebbe fatto uscire i mafiosi dal carcere", ha continuato il pentito Francesco Onorato. Dopo il maxi-processo Claudio Martelli era nella lista dei personaggi da eliminare con politici come Salvo Lima, Giulio Andreotti, Carlo Vizzini e Calogero Mannino e imprenditori come Ferruzzi e Gardini.
"Totò Riina voleva assassinare anche Andreotti e suo figlio. Se ne dovevano interessare i capimafia Graviano a Roma, "ma ci furono problemi perchè gli fu rinforzata la scorta". "Dopo il maxi-processo - ha raccontato Onorato - una serie di politici vennero contattati da Cosa nostra: tra loro anche Salvo Lima che non si presentò all'appuntamento". A Riina, non piacque l'atteggiamento dell'eurodeputato Dc che era nella lista dei politici da eliminare.
"Quando abbiamo fatto l'attentato a Falcone all'Addaura, poi fallito, abbiamo messo in giro la voce che la bomba se l'era messa lui per indebolirlo, per farlo passare per bugiardo", ha detto il pentito. "Salvatore Biondino - ha continuato - mi disse che si trattava di una pressione fatta dai politici per fare passare Falcone per uno di poco conto". Il collaboratore ha anche raccontato in dettaglio l'omicidio dell'eurodeputato Salvo Lima, ucciso il 12 marzo del 1992, per il quale e' stato condannato con sentenza definitiva. (Fonte Ansa).
Caricamento commenti
Commenta la notizia