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Palermo, donati agnelli sequestrati alla missione Speranza e Carità di Biagio Conte

PALERMO. Lo scorso 25 luglio i carabinieri del nucleo investigativo di Palermo, nell'ambito dell'operazione «Alexander» avevano dato esecuzione a 26 fermi nei confronti di capi e gregari dei mandamenti mafiosi palermitani di Porta nuova e di Brancaccio, procedendo contestualmente al sequestro di diversi beni riconducibili a Cosa nostra. Le indagini dei carabinieri avevano accertato che gran parte degli illeciti profitti erano stati investiti in beni mobili e immobili, intestati a prestanome.


Tra i beni posti sotto sequestro preventivo ed affidati in amministrazione giudiziaria, vi era la «Ovinsicula» il cui valore supera i 40 milioni di euro, azienda leader nella macellazione e la vendita di carne all'ingrosso, riconducibile a Antonino Ciresi, reggente della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, arrestato lo scorso aprile dai carabinieri di Palermo, perchè responsabile dell'estorsione al noto chef Natale Giunta.


La società oltre agli uffici amministrativi comprende due sedi, una a Palermo, in via Stazzone, e l'altra in provincia, a Mezzojuso, dove lavorano 55 dipendenti, una delle più grandi presenti sul territorio siciliano: è un complesso aziendale che si occupa dell'allevamento, macellazione e vendita all'ingrosso di ovini, suini e bovini. Oggi su disposizione del Tribunale e della Procura di Palermo, sono stati donati in beneficenza alla
missione Speranza e Carità di Biagio Conte alcuni agnelli privi del certificato identificativo e destinati alla macellazione abusiva e al consumo umano come attestato dai veterinari dell'Asp 6 di Palermo.


I dipendenti, che all'inizio erano preoccupati per la loro sorte, ma il pm ha emesso un decreto di sequestro preventivo d'urgenza, confermato dal Gip e finalizzato alla confisca. Con il sequestro si è assicurata la continuità aziendale della società, che con l'amministrazione giudiziaria ha scongiurato il licenziamento dei 55 dipendenti.

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