
PALERMO. Per monitorare tutti i cantieri pubblici e privati i boss avevano a disposizione una sorta di geometra: il suo compito, è stato accertato dai carabinieri, era quello di passare al setaccio il territorio e segnalare ponteggi o operai in azione, poi le estorsioni le raccoglieva direttamente l’autista del sindaco. È uno spaccato inquietante, quello che emerge dall’ultima operazione antimafia condotta dal Gruppo di Monreale e culminata, in queste ore, con una mezza dozzina di arresti soprattutto a Montelepre. Inquietante, come spiega il colonnello Pierluigi Solazzo, «ma con un’importante novità legata alla collaborazione delle vittime di estorsioni, che non hanno esitato un istante nell’indicare i loro esattori e nel confermare le accuse».
Dalle prime luci dell’alba i militari del nucleo investigativo stanno notificando una serie di misure di custodia cautelare emesse dal gip di Palermo Luigi Petrucci su richiesta della Direzione distrettuale antimafia: sette le persone arrestate — sei erano a piede libero e una già in carcere —, altrettante quelle indagate. Tutti devono rispondere, a vario titolo, di concorso in associazione mafiosa, concorso in estorsione aggravata e continuata, concorso in tentata estorsione aggravata e continuata e furto di bestiame.
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Sergio Demontis e Daniele Paci, hanno preso spunto dagli elementi acquisiti durante l’operazione «Nuovo Mandamento» — che nei mesi scorsi ha documentato la riorganizzazione di Cosa nostra nella parte occidentale della provincia di Palermo — e hanno fatto luce su una serie di personaggi ritenuti organici o vicini al clan, su alcune estorsioni e su un furto di bestiame consumato nella provincia di Trapani, territorio del superlatitante Matteo Messina Denaro.
«Con questa operazione — spiega ancora il colonnello Solazzo — sale a una sessantina il numero delle persone arrestate, nell’ambito dell’inchiesta “Nuovo Mandamento”, per reati che vanno dall’associazione mafiosa all’omicidio, passando per le estorsioni, i furti e la coltivazione e lo spaccio di grossi quantitativi droga».
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