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Mafia, arrestato l’autista dell’ex sindaco di Montelepre

Salvatore De Simone è coinvolto nel taglieggiamento ai danni dell’impresa edile che si è occupata dei lavori per l’adeguamento e la sistemazione esterna della palestra comunale

PALERMO. Tra gli uomini finiti in manette c’è pure Salvatore De Simone, classe 1956, autista personale dell’ex sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, decaduto dopo l’arresto nell’operazione dell’8 aprile scorso. In quel caso i carabinieri Nucleo investigativo, guidati dal maggiore Mauro Carrozzo, riuscirono a ricostruire i nuovi assetti di uno dei clan più potenti della provincia e le manovre per la creazione di una nuova sovrastruttura di coordinamento, individuata nell’area di Camporeale, che avrebbe accorpato i mandamenti storici di San Giuseppe Jato e Partinico. Dall’indagine «madre» sono già scattate due operazioni, l’8 aprile e il 17 settembre scorsi, che hanno portato all’arresto di 53 persone tra capi, gregari e trafficanti di droga.
Adesso sono state individuate altre 5 persone, accusate di far parte della famiglia (che con questa retata è stata completamente disarticolatala), mentre altri due soggetti sono finiti in cella per estorsione.
De Simone, in particolare, è coinvolto nel taglieggiamento ai danni dell’impresa edile che si è occupata dei lavori per l’adeguamento e la sistemazione esterna della palestra comunale di Montelepre. Per questo cantiere i boss avevano chiesto il 3 per cento sull’importo a base d’asta, abbassando poi le pretese a 18 mila euro e accontentandosi infine di 14 mila, una parte dei quali (12 mila euro) versati direttamente a De Simone in più tranche. Questi soldi, è stato accertato anche grazie alla collaborazione delle vittime, sono stati consegnati sia Giuseppe Lombardo (boss di Montelepre poi rimosso dal nuovo capo del mandamento, Antonino Sciortino) e al sindaco Giacomo Tinervia, che dopo l’arresto, ad aprile, ha chiarito la sua posizione ed è stato scarcerato: per lui è caduta l’accusa di estorsione ma è rimasta in piedi quella di concussione.
Gli investigatori hanno fatto luce su un altro tentativo di estorsione nei confronti di un imprenditore di Giardinello che si stava occupando della costruzione di un parcheggio multipiano per conto del Comune di Montelepre e su un furto di bestiame (90 ovini) ai danni di un allevatore della provincia di Trapani.
Anche questa inchiesta è una «costola» dell’operazione «Nuovo Mandamento», che ad aprile è culminata con la cattura di 38 persone tra capi e gregari.
Dallo sviluppo di quell’indagine i carabinieri hanno fatto luce anche su un vasto giro di droga che a settembre ha portato all’arresto di otto persone tra San Giuseppe Jato e Camporeale. Il clan, in sostanza, aveva messo in piedi una serie di piantagioni di canapa indiana il cui ricavato sarebbe servito all’organizzazione per fronteggiare il calo di entrate e il contestuale aumento delle spese per gli avvocati e per il sostentamento delle famiglie dei carcerati. In quel caso sono stati sequestrati anche 40 chili di droga.

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