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Procura di Palermo, il Csm assolve Messineo

ROMA. Può restare al suo posto il procuratore di Palermo Francesco Messineo perché non ha perso la capacità di esercitare con piena indipendenza e imparzialità le sue funzioni. Il Csm ha archiviato la procedura sul trasferimento d'ufficio per incompatibilità del magistrato, non risparmiandogli però una bacchettata: non è riuscito a "tenere unita la procura, evitando i contrasti divenuti laceranti soprattutto a seguito del procedimento sulla trattativa Stato-mafia.
La decisione di chiudere il caso è passata con 17 voti a favore, sei contrari (espressi dal gruppo di Area e dall'indipendente Nello Nappi) e le astensioni del vice presidente del Csm Vietti, del primo presidente della Cassazione Santacroce e del procuratore generale Ciani. La procedura di trasferimento era stata aperta dopo che Messineo era finito sotto inchiesta da parte della procura di Caltanissetta per rivelazione di segreto d'ufficio; un'indagine che nel giugno scorso si è chiusa con l'esclusione di comportamenti illeciti da parte del procuratore.
La Prima Commissione aveva convocato diversi magistrati della procura di Palermo: alcuni di loro avevano parlato del sospetto che Messineo fosse condizionato nelle sue scelte dall'allora suo vice Antonio Ingroia, titolare dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia e avevano attribuito la mancata cattura del boss Matteo Messina Denaro a un difetto di coordinamento delle indagini da parte del procuratore; inoltre avevano manifestato perplessità sul suo comportamento rispetto a indagini della procura riguardanti suoi familiari.
Accuse che la Commissione aveva fatto proprie, ma che sono cadute dopo le spiegazioni fornite da Messineo nel corso di un'audizione a palazzo dei marescialli. La mancata cattura di Messina Denaro - ha stabilito con la delibera di oggi il Csm - non è stata la conseguenza di un "difetto di coordinamento", ma di una "scelta operativa", criticabile ma legittima, di Messineo, che preferì in quel momento assicurare alla giustizia il capo della mafia di Agrigento Leo Sutera, che avrebbe potuto portare a rintracciare il boss latitante.
Quanto alla "soggezione psicologia e professionale" che Messineo avrebbe avuto nei confronti di Ingroia, "e' davvero difficile sia affermarla, sia escluderla", scrivono i consiglieri, ma è comunque una questione "non più attuale" dunque "irrilevante" ai fini del trasferimento d'ufficio. Messineo ha spiegato questo sospetto con la "rabbiosa ostilità" che alcuni colleghi provavano nei confronti di Ingroia. Ma se questa spiegazione è plausibile - sottolinea la delibera- "denuncia piu' di una difficoltà" del capo dei pm palermitani "a tenere unita la procura"; una procura che resta "percorsa da forti contrasti e reciproche diffidenze che ne appannano l'immagine, quando non rischiano di pregiudicarne l'operato". Mentre per quanto riguarda le indagini sui suoi familiari, "non risultano elementi da cui evincere che Messineo abbia esercitato una qualsiasi forma di condizionamento".
MESSINEO PREFERISCE SILENZIO,DOMANI ASSEMBLEA IN PROCURA
La voce del procuratore di  Palermo, Francesco Messineo, appare più distesa dopo  l'archiviazione, da parte del Csm, della procedura sul  trasferimento d'ufficio per incompatibilità del magistrato che  però non ha «intenzione di fare alcuna dichiarazione in merito».  Di sicuro, nonostante la piccola boccata d'ossigeno, Messineo  sarà costretto a un altro periodo difficile. Infatti, mente il  Csm non gli risparmia una bacchettata (non è riuscito a «tenere  unita la procura», evitando i contrasti divenuti «laceranti»  soprattutto a seguito del procedimento sulla trattativa  Stato-mafia), il numero dei pm che manifestano qualche malumore  nei confronti della gestione del capo dell'ufficio continua ad  aumentare. Adesso sarebbero molti più di quella trentina che,  assieme all'aggiunto Maria Terssa Principato, firmarono la  richiesta di chiarimenti dopo l'inchiesta, archiviata proprio  oggi dal Gip di Caltanissetta, per rivelazione di segreto  istruttorio nella vicenda che coinvolgeva l'ex direttore  generale di Banca Nuova, Francesco Maiolini.     Domani, nella periodica assemblea d'ufficio, la leadership di  Messineo potrebbe nuovamente essere attaccata da alcuni pm che  non hanno visto grandi cambiamenti dopo l'anno dei veleni. «Non  posso prevedere se verrà trattato l'argomento», taglia corto  Messineo, ma le riserve del Csm, che denunciano «più di una  difficoltà» del capo dei pm palermitani «a tenere unita la  procura» rimangono intatte, come i malumori in Procura. Lavorare  in questo clima non sarà facile.    

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