PALERMO. «Don Pino ha donato un sorriso, ha dato la sua disponibilità a Dio e ha sigillato col suo sangue la sua dedizione al quartiere di Brancaccio e il suo amore alla Chiesa. Ad attenderlo c'erano odio, tenebre e violenza». Così ha esordito l'arcivescovo Paolo Romeo, che celebra nel piazzale Anita Garibaldi la messa di anniversario per Padre Pino Puglisi, il sacerdote ucciso il 15 settembre di 20 anni fa in questo luogo. In prima fila, nel piazzale gremito dagli abitanti del quartiere, ci sono, tra gli altri, il prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, il sindaco, Leoluca Orlando e Francesco Puglisi, uno dei fratelli di padre Puglisi. Tantissime le persone in piedi che assistono alla messa. Sul palco anche un frammento osseo, reliquia del parroco proclamato beato. A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l'apertura dell'anno pastorale della diocesi di Palermo. Su ciascun balcone che circonda il piazzale sono decine i lenzuoli bianchi e tante le persone affacciate per ascoltare la celebrazione.
«Padre Puglisi ha vinto, ma la sua vittoria non è fondata sulle sue sole forze: oggi in modo semplice eppure intenso siamo venuti per proclamare questa vittoria di don Pino, proprio da questo luogo di apparente sconfitta», ha aggiunto l'arcivescovo Romeo. «Qui la mafia ha provato ad assassinare il sogno di don Pino - ha proseguito - e di chi come lui era stato coinvolto nella ricostruzione del quartiere; ma da questa piazza don Pino ha iniziato a parlare in modo nuovo e il suo annuncio evangelico è continuato, nessun sogno si è fermato. Niente lo ha fermato, nemmeno la morte». «Sentinella e pastore, infaticabile seminatore di pace e giustizia - ha osservato - don Pino annunciò la vittoria di Dio nella concretezza del territorio che nelle sue povertà si dimostrava ferito dalle conseguenze del peccato e dalle scelte dell'uomo che spesso sceglie il male. Quello di padre Pino era l'infaticabile atteggiamento di chi non si accontenta di ciò che è stato fatto se tanto ancora si può fare, da qui la realizzazione del centro di accoglienza padre nostro». «La sua fu una morte benedetta non in quanto barbaro omicidio ma fulgido martirio per creare attorno a sè un benefico movimento di promozione umana che ancora oggi continua - ha concluso Romeo - Certo, tanto ancora si può e si deve fare. Per tutti gli abitanti di Brancaccio era fratello e per tutti era padre, e con un sorriso ha donato la sua vita per noi, suoi figli, per questa Chiesa di Palermo. Il suo martirio è una proposta di conversione a tutti i livelli».
IL 20 OTTOBRE SARA' POSATA LA PRIMA PIETRA DELLA NUOVA CHIESA- «Dobbiamo rilanciare il messaggio di don Puglisi, un modello da imitare e per questo, tra le tante iniziative, il 20 ottobre il cardinale Romeo poserà la prima pietra nel terreno donato dal comune di Palermo e dall'agenzia nazionale dei beni confiscati per la costruenda chiesa che sarà intitolata a padre Pino Puglisi».
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