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Rapine a Palermo, dalla mente all’esperto di casseforti: ecco i ruoli nella banda

PALERMO. Ognuno aveva il suo ruolo nella banda. C’era la mente, l’esperto in casseforti e l'uomo delle gioiellerie, c'erano pure gli autisti e lo scassinatore. E poi c’erano soprattutto i basisti: camerieri, commercianti, semplici conoscenti o comunque insospettabili che davano indicazioni importanti sugli spostamenti delle vittime e sul bottino che avrebbero potuto fruttare i colpi.

Sono decine le rapine ricostruite dagli agenti della Squadra mobile. Nel mirino sono finiti soprattutto distributori di carburanti, tabaccherie, farmacie, supermercati e gioiellerie. Tutti obiettivi selezionati con grande cura, per la possibilita' di portare via bottini ingenti, anche se a volte bastava semplicemente avere un po’ di soldi in tasca per diventare bersaglio della banda: come è successo a una dipendente della clinica Orestano, rapinata di circa mille euro, o a un disabile in carrozzina, raggiunto in casa, picchiato e derubato di circa tremila euro. Tra le vittime, anche numerosi anziani, spesso intercettati alle Poste o in banca, seguiti fin sotto casa e poi picchiati e "ripuliti". Tra i colpi che invece hanno fruttato di piu', tra quelli contestati in questa ordinanza, ce n’è uno da 40 mila euro al distributore Eni di viale Regione Siciliana e un altro, molto più pesante, ai danni della gioielleria «Basile» di via Quintino Sella, in cui i rapinatori portarono via 400.000 euro in oggetti preziosi.

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