
PALERMO. Piange la madre di Rosy Bonanno: «è un delitto annunciato. Si sapeva che finiva così». Non si dà pace, Teresa Matassa, per la morte della figlia di 26 anni. La giovane è stata uccisa dopo un ennesimo litigio a colpi di coltello dall'ex convivente Benedetto Conti 36 anni. Un delitto compiuto davanti al loro figlio di appena due anni in via Orecchiuta a Palermo. Il presunto autore del femminicidio era stato denunciato sei volte per stalking dalla vittima. Botte, insulti e minacce, raccontano i familiari della ragazza. Conti dopo il delitto è fuggito. La polizia lo ha fermato a Villabate, un comune alle porte della città.
Agli agenti che lo hanno ammanettato ha detto di aver ingerito del veleno per topi per suicidarsi: è stato allora accompagnato in ospedale per una lavanda gastrica. A scoprire il cadavere è stato il padre della donna assassinata. Lei abitava infatti con i genitori da alcuni mesi dopo la separazione. Ma era un continuo calvario. Conti non accettava questa situazione e andava quotidianamente dai suoceri. «L'assistente sociale, la polizia sapevano tutto - si sfoga Matassa -, da tempo denunciamo violenze, minacce, intimidazioni. Ora che mia figlia è morta venite tutti ma l'avete sulla coscienza, questa non è giustizia, dov'era la legge?». La madre racconta che Rosy aveva lasciato l'uomo lo scorso gennaio. «Era un inferno - continua - mia figlia era in pericolo. Lo abbiamo detto alle forze dell'ordine, all' assistenze sociale ma non è accaduto nulla. Ci ha bruciato la macchina, ci ha lasciato una bottiglia piena di benzina davanti alla porta di casa. Una vita impossibile. Voleva che Rosy tornasse con lui, la ricattava per via del figlio. Ora l'ha uccisa e l'avete tutti sulla coscienza». Il delitto ha provocato sdegno in città. Insorgono le consigliere comunali: «Questo ennesimo femminicidio è il segnale che ormai sono improrogabili azioni concrete a sostegno delle donne che subiscono ogni forma di violenza». A sala delle Lapidi ricordano «sono state votate all'unanimità tre mozioni: la prima che prevede l'adesione del consiglio comunale alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne; la seconda che impegna il Comune a sottoscrivere la Carta per le Pari Opportunità e l'uguaglianza sul lavoro e la terza che affronta il tema delle pubblicità lesive della dignità della donna». Le consigliere hanno deciso di inviare una lettera aperta alla presidente della Camera, Laura Boldrini, «perchè si faccia portavoce presso il Governo e i deputati tutti per l'elaborazione e la stesura definitiva di un disegno di legge che tuteli le donne da ogni forma di violenza, e inasprisca le pene per coloro i quali compiono tali reati».
LA QUESTURA: "DISSE CHE I DIFFIDI ERANO FINITI" - "Da controlli nel registro generale delle notizie di reato abbiamo accertato che la signora Rosy Bonanno aveva denunciato due volte, una nel 2010, l'altra nel 2011, e non sei il convivente, Benedetto Conti. Le accuse erano di maltrattamenti in famiglia e non di stalking. Entrambe le denunce furono archiviate dal gip su richiesta della Procura perchè la signora, risentita dagli inquirenti, minimizzò i fatti e in un caso ritirò la querela sostenendo che i dissidi erano cessati e che si era riconciliata con Conti». Cosi il procuratore di Palermo Francesco Messineo e l'aggiunto Maurizio Scalia, che coordinano l'inchiesta sull'omicidio della donna assassinata dall'ex convivente, hanno precisato smentendo che la vittima avesse denunciato sei volte l'uomo per stalking come inizialmente scritto. "Ci riserviamo di fare ulteriori accertamenti - hanno detto i due magistrati - ma allo stato dalle ricerche, fatte col doveroso scrupolo, è emerso questo".
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