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Palermo, don Puglisi beato: attesi in 80mila

PALERMO. Don Giuseppe Puglisi è la prima vittima della mafia ad essere elevata come martire all'onore degli altari. Sarà il cardinale Salvatore De Giorgi a presiedere stamattina, su delega di Papa Francesco, la beatificazione del parroco di Brancaccio assassinato da un killer sull'uscio della propria abitazione il 15 settembre 1993.
La Messa al Foro Italico verrà celebrata dall'arcivescovo di Palermo Paolo Romeo: si attendono 80 mila persone da tutta Italia.
I fratelli Graviano, mandanti di quel delitto che scosse le coscienze di una Palermo ancora piagata ed offesa per le stragi dell'estate del 1992 ed epicentro di quella possibile trattativa tra Stato e mafia su cui lunedì inizierà un processo, e i cinque killer del commando omicida sono tutti condannati all'ergastolo. Degli assassini, solo Salvatore Grigoli sconta 16 anni: essendosi pentito ha svelato agli inquirenti come si è arrivati all'uccisione del prete.  
Per la Chiesa, che nella causa di beatificazione di don Puglisi ha ascoltato dal 1998, a cinque anni dal martirio del sacerdote, decine di testimonianze tra cui anche quelle di
alcuni 'pentiti' di mafia, il sacerdote palermitano che dedicò la propria vita ai giovani, è stato ucciso dai mafiosi per quella fede in Cristo che ne guidava l'azione di evangelizzazione e di promozione umana in una zona 'difficilè di Palermo. Un martirio in piena regola, dunque, che elevando agli altari don Puglisi certifica la testimonianza un messaggio lanciato poche settimane prima del suo assassinio da Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi di Agrigento e poi ribadito da Benedetto XVI e, da ultimo in maniera assai netta, da Papa Francesco in occasione della vista 'ad liminà in Vaticano dei vescovi siciliani: la mafia ed i mafiosi sono fuori dalla Chiesa.
«Don Puglisi è stato ucciso perchè era un prete che formava le coscienze, costruiva la comunità parrocchiale e aiutava le persone ad uscire dai meccanismi che le rendono chiavi. Questo evidentemente dava fastidio», riflette il cardinale Paolo Romeo, che presiederà la Messa di domani concelebrata da 750 sacerdoti e a cui è prevista la partecipazione, fra gli altri, del presidente del Senato Piero Grasso e dei ministri Angelino Alfano, Anna Maria Cancellieri e Giampiero D'Alia.

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