
PALERMO. I legali del boss Bernardo Provenzano, gli avvocati Franco Marasà e Rosalba Di Gregorio, chiedono il ricovero del loro assistito in una struttura sanitaria in cui gli «siano prestate le cure e l'assistenza che la sua condizione richiede».
L'istanza è indirizzata al ministero della Giustizia, ai tribunali di sorveglianza di Roma e Bologna e al magistrato di sorveglianza di Parma.
Citando le perizie effettuate su Provenzano che parlano di un quadro clinico di estrema gravità, tale da indurre il gup a sospendere il processo per la trattativa Stato-mafia in cui il boss è imputato, i penalisti denunciano un'omissione di soccorso da parte del carcere di Parma che avrebbe atteso due giorni per occuparsi dell'ematoma cerebrale che il detenuto aveva a dicembre a seguito di una caduta.
«La collocazione in una cella - scrivono gli avvocati nell'istanza - (sia pure tardivamente dotata di letto con sponda e telecamera) non può essere ritenuta consona» alle condizioni del detenuto, riportato nell'istituto di pena, dopo il ricovero, le settimane scorse.
«L'abbandono di un soggetto in queste condizioni fisiche - proseguono - è contrario, oltre che ai principi di umanità anche al diritto alla salute e al diritto di permanenza in vita di un individuo».
Nell'istanza si sollecita anche la revoca del carcere duro essendo venuta meno la pericolosità sociale del boss.
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