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Un diportista trovato morto, dispersi altri due: ricerche ostacolate da maltempo e scarsa visibilità

In tre erano usciti ieri mattina con una piccola barchetta di cinque metri, dal porto della Bandita. Uno di loro, Davide Arena, è stato trovato privo di vita. Ritrovato un salvagente arancione a circa quattro miglia al largo di Capo Mongerbino. Il tratto perlustrato a 10 miglia dalla costa è quello che va da Capo Gallo a Termini Imerese. Prevista per domani una ricognizione con un aereo

PALERMO. Sono proseguite per tutta la notte, ma con esito negativo, le ricerche dei due dispersi del naufragio di una piccola imbarcazione in vetroresina avvenuto ieri nel Golfo di Palermo. Fino ad ora è stato recuperato solo il corpo di Davide Arena, uno dei tre diportisti, tutti trentenni, che ieri erano usciti in mare per una battuta di pesca; nessuna traccia, invece, di Salvatore Zarcone e Massimo Perricone. Nelle ricerche sono impegnate complessivamente otto motovedette tra Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri. Questa mattina all'alba è decollato dall'aeroporto di Punta Raisi un elicottero che si darà il cambio per tutta la giornata con altri mezzi aerei. Alle operazioni parteciperanno anche due squadre di sommozzatori che dovranno scandagliare il tratto di mare dove è avvenuto il naufragio. Intanto la centrale operativa della Capitaneria di Porto di Palermo, che coordina le operazioni, ha esteso la zona delle ricerche oltre il Golfo di Palermo, da Capo Gallo fino a Capo Zafferano. Secondo una prima ricostruzione, la piccola imbarcazione potrebbe essersi rovesciata in seguito a un'onda anomala ed essere colata a picco in pochi secondi.


RITROVATO UN SALVAGENTE. Un salvagente arancione che dovrebbe appartenere alla piccola imbarcazione naufragata ieri nel golfo di Palermo è stato recuperato da una delle
motovedette impegnate nelle ricerche dei due diportisti che risultano ancora dispersi. Il ritrovamento è avvenuto a circa quattro miglia al largo di Capo Mongerbino. Ieri era stato
recuperato il corpo di Davide Arena. Nessuna traccia, invece, di Salvatore Zarcone e Massimo Perricone, tutti trentenni e colleghi di lavoro, usciti all'alba dal porticciolo della Bandita per una battuta di pesca.


RICERCHE OSTACOLATE DAL MALTEMPO - ORE 16:39. Sono ostacolate dal maltempo e dalla scarsa visibilità le ricerche di Salvatore Zarcone e Massimo Perricone, i due diportisti dispersi in mare a largo di Palermo. Ieri era stato recuperato il corpo di Davide Arena e stamane un salvagente arancione. Le ricerche, coordinate dalla centrale operativa  della capitaneria di porto, sono attualmente condotte da tre motovedette cosiddette d'altura che possono affrontare il mare agitato. Il tratto perlustrato a 10 miglia dalla costa è quello che va da Capo Gallo a Termini Imerese. Le ricerche proseguiranno per tutta la notte e domani è prevista anche una ricognizione con un aereo.


LA CRONACA DELLA TRAGEDIA. Tre colleghi di lavoro, tutti  trentenni con la passione del mare, che come ogni domenica,  quando le condizioni meteo lo consentivano, andavano a pesca su  una piccola barca di vetroresina. Ma oggi non hanno fatto  ritorno: uno di loro, Davide Arena, è stato trovato morto a  circa 4 miglia dal porticciolo palermitano della bandita; gli  altri due, Salvatore Zarcone e Massimo Perricone risultano  dispersi. Erano partiti alle 6, mentre sorgeva il sole, in una  giornata con una temperatura di 21 gradi e una brezza di  scirocco che non preoccupava certo dei pescatori esperti.    

Ma dopo mezzogiorno il padre di uno dei ragazzi, che  conosceva le abitudini dei tre, ha provato a scrutare verso  l'orizzonte, dove non c'era traccia della piccola imbarcazione.  A quell'ora, di solito, Davide, Salvatore e Massimo sarebbero  dovuti essere a casa a spanciare il pesce e preparare il pranzo. Preoccupato per il ritardo, mentre i telefonini dei tre non  davano alcun segnale, il genitore ha avvertito la Capitaneria di  porto. Sono così scattati i soccorsi con motovedette ed  elicotteri della Guardia costiera, dei Vigili del fuoco, della  Guardia di finanza. Alle 15.15 un mezzo della capitaneria ha  raccolto a 4 miglia dalla costa il corpo di Arena, che indossava  un salvagente. Poco più a nord, dove i soccorritori si sono  spinti seguendo la direzione del vento e delle correnti, ecco  alcuni oggetti che equipaggiavano la barca. Le ricerche continuano, andranno avanti anche nella notte.

Sulla banchina del porto è un via vai di amici e parenti, di  colleghi di lavoro (i tre lavoravano in un centro di revisione auto), e nelle parole di uno di loro si coglie lo strazio e la  mancanza di speranza: «Sono morti insieme, perchè facevano  tutto insieme ed erano inseparabili». E quando la motovedetta  della capitaneria porta sul molo il cadavere di Arena, il padre si sente male e perde i sensi: servirà un'ambulanza per soccorrerlo.     Nessuno finora fa ipotesi sul motivo di questo naufragio, capitato a tre ragazzi descritti come prudenti e con buona  conoscenza delle tecniche di navigazione. La loro barca, poco  più lunga di 3,5 metri ed equipaggiata con un motore fuoribordo di 5 cavalli, non era certo in grado di spingersi molto al largo. E infatti, i tre pescavano, in genere, sottocosta. Una semplice avaria al motore avrebbe comunque consentito loro di  tornare nel porticciolo della bandita a remi e, in ogni caso, avrebbero potuto chiedere aiuto attraverso i telefoni cellulari, che, invece, non hanno mai dato alcun segnale. Tutto lascia  pensare che la tragedia sia accaduta in pochi istanti. Probabilmente la barca si è ribaltata perchè colpita da  un'onda: in mattinata su Palermo soffiava vento da sud-est a  circa 8 nodi, con raffiche fino a 11 nodi. Dopo le 10 l'intensità è diminuita e più tardi è cambiata anche la  direzione. Questa tragedia, finora, non trova risposte.  


Si era parlato proprio della pericolosità del porticciolo della bandita nel corso della riunione programmatica tra il comitato cittadino per il recupero della costa sud di Palermo e il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “Da sempre il Comitato Cittadino per il recupero della Costa Sud di Palermo, sostiene con fermezza che il porticciolo della Bandita rappresenta un pericolo reale per chi esce in mare calmo e rientra con il mare mosso, è una trappola mortale – ha detto Franco Pennino, presidente del Comitato cittadino per il recupero della costa sud di Palermo e consulente del Sindaco per il recupero della costa -. Il materiale di risulta, provocato nel tempo dalle discariche adiacenti, ha riempito il porticciolo di terra e ha interrato il mare. Non sappiamo se ciò che è successo sia stato causato da questo, ma sicuramente è arrivato il momento di intervenire”.

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