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Inchiesta sulle sanatorie, divieto di dimora per un funzionario comunale

Vincenzo Messina, impiegato dell'Edilizia Privata, è, insieme ad altri, al centro di un’indagine sulle pratiche di sanatoria del Comune. La sua abitazione è stata perquisita. "Al momento è sospeso dal servizio", ha detto il sindaco Orlando

PALERMO. Questa mattina un funzionario dell'assessorato all'Edilizia Privata del Comune di Palermo, Vincenzo Messina, è stato prelevato dai carabinieri, in via Ausonia e portato a casa ad Altofonte per una perquisizione dell'abitazione. Messina, insieme ad altri, è al centro di un'indagine sulle pratiche di sanatoria del Comune. Nei mesi scorsi, dopo la vicenda del crollo di via Bagolino, e le polemiche che erano seguite sugli abusi edilizi nel territorio comunale, il capo del dipartimento Serafino Di Peri e l'assessore Agata Bazzi avevano segnalato diverse anomalie nella gestione delle pratiche. Di alcuni provvedimenti mancavano completamente i fascicoli e i documenti. Da qui l'inchiesta che ha portato alla perquisizione e al provvedimento di divieto d'ingresso nel territorio comunale di Palermo. I carabinieri si sono scusati per avere prelevato il funzionario in ufficio, ma quando erano andati questa mattina in casa il dipendente comunale era già uscito. «In attesa di avere eventuali ulteriori comunicazioni di competenza dell'Autorità Giudiziaria - ha affermato il sindaco - ho concordato con il segretario generale l'immediata applicazione della sospensione dal servizio, salvo ulteriori e maggiori provvedimenti disciplinari che scaturissero a seguito dell'indagine in corso».


AVREBBE INTASCATO RIMBORSI IRPEF E INPS DEI CITTADINI. Messina è coinvolto in una seconda indagine che riguarda una truffa ai danni dei contribuenti. L'impiegato, omonimo del comandante della polizia municipale di Palermo, insieme ad un impiegato delle poste avrebbero intascato rimborsi Irpef e Inps di ignari cittadini. Messina sarebbe entrato all'interno del sistema informatico del Comune e avrebbe passato i dati sui rimborsi. Il dipendente delle poste Giuseppe Conigliaro avrebbe emesso i mandati. Su richiesta del pubblico ministero Alessandro Picchi il giudice per le indagini preliminari Giuliano Castiglia ha imposto due divieti di dimora a Palermo. L'accusa per i due è peculato. Secondo i carabinieri che stanno conducendo le indagini sarebbero stati accertati una trentina di appropriazioni per migliaia di euro. All'ufficio postale in cui lavorava arrivavano rimborsi Irpef o assegni emessi dall'Inps. Il dipendente avrebbe chiamato l'amico al Comune per conoscere i dati dei documenti di identità che poi apponeva sulla ricevuta con tanto di firma del destinatario delle somme. Che a quel punto risultava avere incassato i soldi.

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