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Mafia, sequestro di beni e società ad un membro del clan di Brancaccio

Un bar ed una società di slot machines sono stati sequestrati a Giovani De Simone, 50 anni, che aveva fittiziamente intestato i beni alla figlia. Sarebbe in costante rapporto con il boss Andrea Adamo

PALERMO. La sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha accolto la richiesta di sequestro (avanzata dal questore) di due aziende (il bar Ramses II di via Tasca Lanza 116 e una società che gestisce slot machines) riconducibili a Giovanni De Simone, 50 anni, fittiziamente intestate alla figlia diciottenne.     De Simone è ritenuto organico al clan mafioso del quartiere Brancaccio, in costante rapporto con Andrea Adamo, con il quale è legato anche da rapporti di parentela. Al cinquantenne, già nel 2008, erano state applicate misure di prevenzione personali e patrimoniali nell'ambito dell'operazione denominata «Gratta e vinci», che prendeva le mosse dall'indagine «Old Bridge» della squadra mobile che aveva portato all'arresto di 24 persone per omicidio, associazione mafiosa ed estorsione aggravata. In quell'occasione era stato individuato un patrimonio illecito, poi confiscato e riconducibile a De Simone, del valore stimato di oltre 2,5 milioni di euro.

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