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Truffa all'Amia, impianti taroccati rifornivano meno carburante

Il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio di 44 persone tra gestori di impianti soci e dipendenti di alcune ditte della manutenzione degli impianti. Tra loro anche quattro impiegati dell'Amia indagati per corruzione: avrebbero firmato ricevute nelle quali risultava più benzina di quanto in effetti era stata versata nel serbatoio. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati 12 impianti taroccati

PALERMO. I depositi dell'Amia a Palermo per rifornire i mezzi erano taroccati. Sia quello in via Ingham, a Bellolampo e in via Tasca Lanza. Lo hanno scoperto i finanzieri di Palermo nel corso di una vasta operazione che ha consentito di scovare numerose truffe ai danni dell'ex municipalizzata ma anche di ignari automobilisti.  A gestire la vasta truffa era un mago dell'elettronica, addetto alla manutenzione degli impianti, che aveva realizzato un dispositivo che consentiva di erogare il 10 per cento in meno di carburante. Ai gestori bastava accendere una lampada votiva un telefonino o semplicemente inserire la spina di una radiolina per far entrare in funzione il diabolico meccanismo. Il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio di 44 persone tra gestori di impianti soci e dipendenti di alcune ditte della manutenzione degli impianti. Tra loro anche quattro impiegati dell'Amia indagati per corruzione: avrebbero firmato ricevute nelle quali risultava più benzina di quanto in effetti era stata versata nel serbatoio. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati 12 impianti taroccati.

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