PALERMO. Antonino Ciresi e Maurizio Lucchese il 12 marzo nell'ufficio di Natale Giunta, il ristoratore cui chiedevano di pagare il pizzo, elencavano alla vittima tutte le attività che aveva in città. Il servizio catering per il bar del Teatro Massimo, il ristorante al Castello a Mare. Un'analisi precisa e dettagliata segno che i due presunti estorsori avevano fatto le loro indagini ed erano a conoscenza delle attività imprenditoriali del cuoco. «Anche i boss in carcere vedono la televisione» gli avevano detto i due per spingerlo a dare 4 mila euro l'anno. Natale Giunta non pagò e fece sapere che non aveva i soldi per farlo. Si presentò ai carabinieri e inizio la lunga serie di denunce e iniziarono le intimidazioni. Il 24 maggio 2012 lo chef trovò un biglietto nel tergicristallo della sua auto che era posteggiata vicino la casa delle fidanzata. «Mettiti apposto un fari usbirru pichi finisci mali». Poi un'altra serie di intimidazioni e di conseguenti denunce da parte dello chef. Il 6 gennaio scorso Giunta uscì con Alfredo Perricone, uno degli arrestati, e le rispettive compagne per trascorrere una serata al Tribeca un locale di via Mariano Stabile. I due poi si appartarono e Perricone gli disse di essere molto preoccupato per aveva saputo delle denunce per estorsione presentate ai carabinieri. A riferirgliele sarebbe stato Raffaele Favaloro, gioielliere al Borgo Vecchio, e che Pecoraro conosceva da anni in quanto avevano i negozi vicini. Perricone disse a Giunta che c'erano persone riunite alla taverna del Borgo che gli dovevano fare la «boccia».
Mafia, i boss sapevano tutto dell'attività di Giunta
Un'analisi precisa e dettagliata segno che i due presunti estorsori avevano fatto le loro indagini ed erano a conoscenza delle attività imprenditoriali del cuoco. «Anche i boss in carcere vedono la televisione» gli avevano detto i due per spingerlo a dare 4 mila euro l'anno
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