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Le aziende sanitarie: «Prima era il turno dei malati con Covid, ora di quelli per Covid»

Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere

Il vaccino continua a proteggere dagli effetti più gravi del Covid, ma i casi di contagio sono in crescita e non si può far finta di niente». Ce lo dice Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) che monitora continuamente la situazione attraverso una rete di ospedali sentinella.

Tornano a crescere i ricoveri per Covid in ospedale?

«Sì, e non ci sorprende che ci sia un aumento di ricoveri e ospedalizzazioni dopo che già era stato registrato attraverso i tamponi un aumento della circolazione virale. A differenza della curva in costante flessione delle settimane precedenti, la settimana scorsa si era registrato uno stallo che segnalava l’inversione di tendenza. Quel che è più importante però è che nelle settimane precedenti c’era una prevalenza di malati ricoverati per altre patologie che poi risultavano positivi al Covid allo screening ospedaliero ma non avevano patologie polmonari. Erano malati “con” Covid, ora invece bisogna stare molto attenti perché sono aumentati in modo significativo i malati “per Covid”, che è la malattia respiratoria primaria per cui vengono ricoverati e tornano a essere necessarie l’assistenza respiratoria e la ventilazione. I ricoveri sono aumentati del 17,7%, ma quelli per Covid, ossia con sindromi respiratorie e polmonari del 34,5%».

Di che tipo di ricovero si tratta?

«A incidere di più sono i ricoveri nei reparti ordinari (+20,9%). Aumentano del 13,3% anche i ricoveri nei reparti pediatrici, soprattutto nei bambini molto piccoli, tra 0 e 4 anni (66,7%). Nelle terapie intensive, il 38% dei ricoverati risulta non vaccinato e la percentuale sale al 56% tra chi ha sviluppato una patologia polmonare ed è ricoverato per Covid. Si abbassa inoltre l’età media dei ricoverati in intensiva (59 anni i vaccinati e 48 i non vaccinati)».

I vaccini ci proteggono?

«Sull’aumento dei ricoveri incide il tempo trascorso dall’ultima vaccinazione. Va considerato che tutti i pazienti vaccinati e ricoverati hanno ormai fatto l’ultima dose da oltre 6 mesi e questo aumenta il rischio che ci sia un rialzo dei ricoveri nelle prossime settimane. Però sia chiaro: i vaccini funzionano. Sappiamo che gli anticorpi col tempo calano, ma i vaccini continuano a far diminuire il rischio di contagio e soprattutto a proteggere con buona efficacia dai sintomi gravi della malattia».

Serve una nuova vaccinazione?

«Se il trend continua a crescere bisognerà valutare e attendiamo le decisioni delle autorità, ma mi sembra verosimile che ci sia una nuova campagna di vaccinazione, aggiornata alla nuove varianti. Ma ora sarebbe più urgente far completare la terza dose a chi non l’ha ancora fatta e procedere con la quarta dose nei soggetti fragili cui è destinata. E magari convincere a vaccinarsi qualche non vaccinato».

Con l’estate non potevamo aspettarci un calo dei contagi?

«Lo stare più all’aperto e le alte temperature sono d’aiuto, ma questo non vuol dire che il virus non circoli. Il calo stagionale sembra compensato dalla maggior contagiosità delle varianti, oltre il fatto che forse stiamo abbassando un po’ troppo la guardia e assistiamo a un ritorno a una socialità più disinvolta».

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