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Catania: «Abolire il reddito di cittadinanza significa dare manovalanza alla mafia» 

Fabrizio Ferrandelli e Franco Miceli

Per Giusto Catania, esponente di Sinistra Civica ecologista, che appoggia Franco Miceli candidato sindaco, «se il reddito di cittadinanza va migliorato, puntando a implementare misure che garantiscano l’ingresso nel mercato del lavoro e a contrastare abusi, in una città come Palermo - immersa nella crisi sociale ed economica post pandemia l’abolizione del reddito di cittadinanza è un messaggio pericoloso per la tutela della democrazia e per la tenuta sociale della città».

A giudizio dell'attuale assessore comunale alla Mobilità, «dire che bisogna abolire il reddito di cittadinanza è un modo per consegnare nelle mani della criminalità organizzata manovalanza fresca». Per Giusto Catania, «la campagna elettorale si gioca sul terreno della legalità e sulla lotta alla mafia. Ci sono segnali inquietanti che vengono dal centrodestra, e ieri c'è stato l’ultimo segnale bruttissimo: dire che bisogna abolire il reddito di cittadinanza rischia di consegnare nelle mani della mafia persone disperate, che in questo momento riescono ad andare avanti con il reddito di cittadinanza, che non va abolito. Il messaggio della destra è inquietante - aggiunge Catania - e fa il paio con quello già lanciato del sostegno di Cuffaro e Dell’Utri al candidato sindaco Lagalla».

Con questa dichiarazione Catania interviene su un dibattito in corso da ieri. Il reddito di cittadinanza è entrato nella campagna elettorale comunale a Palermo. «È una misura fondamentale per il contrasto alla povertà che è di certo perfettibile e va rielaborata per essere migliorata», afferma proprio Miceli, candidato sindaco del centrosinistra. «Nel suo essere imperfetto - aggiunge - ha permesso a tantissime famiglie di sostenersi e nella situazione emergenziale dovuta alla pandemia ha letteralmente salvato le esistenze di migliaia di famiglie e persone rimaste tagliate fuori dal mercato del lavoro e dai bonus che non tutti hanno potuto ottenere». «Il fatto che le destre a sostegno di Lagalla e i partiti che appoggiano Ferrandelli vogliano abolirlo - sottolinea Miceli - è un gesto di grave irresponsabilità». «Quale sarebbe stata - chiede il candidato del fronte progressista - la situazione sociale dei cittadini più disagiati, durante la pandemia, senza il reddito di cittadinanza? Avremmo fatto una macelleria sociale. Devo dire che questo concetto va recuperato e migliorato. Il primo impegno che noi prenderemo come impegno per la città, è di fare i Piani di utilità comune (Puc) per mettere queste persone a disposizione della collettività».

Il candidato sindaco del centrosinistra insiste: in città «sono oltre 65 mila le famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza, contributo che chiaramente determina la differenza fra un piatto pieno e uno vuoto sulle loro tavole. Comprendo che possa dar fastidio una misura di sostegno al reddito che libera le persone dal giogo del controllo clientelare, ma le destre ricordino che una città più povera è una città in cui ci la criminalità trova maggiori opportunità. Coinvolgiamo invece i percettori del reddito - conclude - nella ricostruzione e nella riparazione di Palermo».

La replica a Miceli di Ferrandelli non si è fatta attendere: «Caro Franco, sul reddito di cittadinanza sei credibile come il lupo cattivo con Cappuccetto rosso. Sul reddito di cittadinanza ti ricordo che il Pd ha condotto fin dall’inizio una battaglia fortissima contro la sua approvazione. Siete voi a non essere credibili. Io ho chiarito più volte che occorre valorizzare chi percepisce il reddito. Ci sono esempi virtuosi di percettori che, anziché aspettare, hanno deciso di fare una cosa straordinaria: mettersi a disposizione della comunità a Borgo Nuovo. La città che ho in mente - conclude Ferrandelli - vedrà protagonisti i percettori anche grazie ai piani di utilità comunali».

Miceli controreplica: «Ferrandelli è confuso. Forse tra un cambio di casacca e l’altro si è scordato chi sono i suoi sponsor a questa tornata elettorale, ovvero +Europa e Azione. E non passa giorno che esponenti di +Europa e Azione, a cominciare da Calenda, non si scaglino violentemente contro il reddito di cittadinanza usando termini quali “aberrazione”, “una cosa indegna”, “una iattura per il Mezzogiorno”». Invece da Forza Italia il senatore Renato Schifani tuona: «Noi siamo il partito che guarda a chi produce e non a chi è parassita e percepisce il reddito di cittadinanza grazie a un partito che è quello dei grillini che sta morendo, per fortuna». E il dem Francesco Boccia ammonisce: «Basta fare propaganda sulla pelle dei più poveri. Sentire Schifani fa rabbrividire, le sue parole offendono milioni di famiglie sotto la soglia di povertà».

 

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